Mezzo milione per Landfogti
Pronto il messaggio per l’acquisto delle parti private del comparto con la storica Casa di Rivera
Il credito andrà in Consiglio comunale il 22 ottobre, mentre la caparra è stata approvata già l’anno scorso. Il Municipio intende recuperare il sedime e valorizzarlo facendone un centro d’interesse regionale per eventi pubblici.
Un puzzle che prende forma. I 585’000 franchi che il Consiglio comunale di Monteceneri dovrebbe approvare il 22 ottobre sono un nuovo, importante, tassello sulla strada del recupero del comparto della Casa dei Landfogti a Rivera. Il credito in questione riguarda l’acquisto di tre particelle adiacenti allo stabile. I terreni in questione sono oggi in mano a dei privati – seppur storicamente appartenessero alla proprietà – e, per poter rivalorizzare l’intero sedime, l’ente pubblico necessita di comprarli. Già l’anno scorso il legislativo si era espresso favorevolmente su un credito molto inferiore – 65’000 franchi per la caparra, ossia il 10% circa della compravendita totale –, approvando quindi il diritto di acquisto, con scadenza al 31 dicembre di quest’anno. La Casa invece attualmente è di proprietà del Cantone e il Comune l’otterrebbe gratuitamente. A patto che acquisti l’intero comparto e che s’impegni nella sua rivalutazione. La Casa dei Landfogti è infatti un bene culturale protetto ed è quindi sottoposto a un obbligo conservativo, a differenza delle altre edificazioni sul sedime che potranno essere integralmente o par-
zialmente demolite a seconda di quel che sorgerà sul luogo. «Non c’è ancora un progetto definitivo – sottolinea la sindaca Anna Celio Cattaneo –, ad acquisto avvenuto verrà fatta una valutazione globale di tutto il comparto e della sua destinazione». Una decisione quindi non è ancora stata presa, complice la zona di pianificazione riguardante quei terreni attualmente allo studio del Cantone. Tuttavia, un indirizzo c’è già. Ancora durante la legislatura precedente, l’esecutivo aveva infatti dato mandato a un architetto di allestire uno studio preliminare. Questo, oltre a evidenziare l’importanza dell’edificio, la sua posizione strategica e la facilità di messa in rete, ne constatò il potenziale per un suo uso di pubblica utilità. Diversi gli scenari ipotizzati: luogo rappresentativo o d’associazione (per scuole, enti e privati), d’incontro culturale (per eventi, aperitivi, concerti, spettacoli teatrali), espositivo temporaneo come anche permanente (si era parlato ad esempio della Collezione Maccagni). Presi in considerazione anche un ipotetico archivio di audiovisivi e un luogo della memoria. «La decisione finale spetterà al Consiglio comunale» ricorda la sindaca. Riguardo alla gestione, il Municipio ha ipotizzato la costituzione di una fondazione. Uno dei compiti di quest’ente sarebbe la ricerca di fondi, anche per la ristrutturazione. Per ora, di certo c’è infatti che il monumento dovrà subire importanti interventi di restauro che possano preservarne il valore storico e architettonico.