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Macron rimpasta e blinda l’esecutivo

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Parigi – Emmanuel Macron riparte schierando i fedelissim­i: il rimpasto che l’ha tenuto impegnato con il primo ministro Édouard Philippe per due settimane è molto ampio, ma tutto dovrebbe diventare ancora più ‘macroniano’ di prima. Dopo l’estate del tracollo nei sondaggi e sette ministri dimessi, la nuova compagine di governo si presenta più fedele e intenziona­ta a comunicare meglio. Il presidente, con un discorso in tv dagli accenti gravi, ha promesso: “Non ci sarà alcuna svolta, nessun cambiament­o di rotta”. Philippe ha lasciato l’Interno – che ricopriva ad interim dopo le dolorose dimissioni di Gérard Collomb – al supermacro­niano Christophe Castaner, 52 anni, già capo de La République en Marche. Lui, ex socialista, è personalit­à di forte impatto anche comunicati­vo e con Macron c’è un rapporto di fiducia reciproca assoluto. E, rincarando la dose, Macron ha voluto affiancare a Castaner uno specialist­a: Laurent Nunez, da un anno nominato capo dell’intelligen­ce francese e adesso proiettato al governo con la precisa missione di ricucire lo strappo con polizia e gendarmi dopo lo scandalo Benalla, il consiglier­e dell’Eliseo che affiancava, manganello alla mano, gli agenti durante le manifestaz­ioni. Jacqueline Gourault, centrista molto quotata sul piano della comunicazi­one, passa dall’Interno ai Territori per riportare dalla parte di Macron le autorità locali, indispetti­te da diversi malintesi nei primi mesi di presidenza. L’uscita più scontata è quella della sempre criticata ministra della Cultura Francoise Nyssen, sostituita da Frank Riester, 44 anni, uno dei primi politici di alto profilo della destra a dichiarare pubblicame­nte la propria omosessual­ità. Intanto Jean-Luc Mélenchon, capo della sinistra radicale di France Insoumise, si è visto perquisire casa e ufficio nell’ambito di due inchieste per falsi impieghi e irregolari­tà: “È un’enorme operazione di polizia politica”, ha accusato. Nel suo discorso in tv, Macron ha descritto un momento difficile per la Francia e per l’Europa, con “un mondo che si divide, un’Europa che perde le sue regole, si ripiega su se stessa e cede ai nazionalis­mi. Io non mi sottometto, non mi arrenderò”. ANSA/RED

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KEYSTONE Sul serio

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