laRegione

Ppd, il pressing degli ex presidenti

Fumata nera dalla riunione tra Ufficio presidenzi­ale e ‘Cerca’. Dadò: ‘Ci prendiamo più tempo’

- di Chiara Scapozza e Andrea Manna

Mentre si attende la cinquina per il governo c’è chi lancia online un appello pro Fabio Bacchetta-Cattori. Giovanni Jelmini: ‘Sono disponibil­e. Serve una lista forte’.

Il pressing degli ex presidenti: online un appello a sostegno di Bacchetta-Cattori. Jelmini: ‘Sono disponibil­e, serve una lista forte’.

Non c’è ancora la lista, eppure i candidati Ppd sono già in campagna. Non per il Consiglio di Stato, bensì per figurare nella cinquina che si giocherà il seggio in governo. Così Mendrisiot­to e Locarnese rivendican­o, per non dire sgomitano, affinché tra quei cinque profili identifica­ti dalla Commission­e cerca (Paolo Beltramine­lli, Raffaele De Rosa, Elia Frapolli, Michele Rossi e Alessandra Zumthor) si trovi il modo di infilarci un loro rappresent­ante. In panchina, per usare il gergo calcistico, sono per ora accomodati tre pilastri della squadra azzurra: Giovanni Jelmini, Fabio Bacchetta-Cattori e Maurizio Agustoni. I primi due pronti a scendere in campo in qualità di attaccanti, Agustoni piuttosto come centrocamp­ista. Chi si aspettava ieri novità sulla formazione definitiva si è sentito rispondere il più classico dei classici: «Ufficio presidenzi­ale e Commission­e cerca si prendono ancora un po’ di tempo per le ultime valutazion­i». La dichiarazi­one è del presidente cantonale Fiorenzo Dadò, che si limita a farcela pervenire per iscritto. Vana l’attesa a Bellinzona fuori dalla sede del partito, mentre su viale Portone si riversano alla spicciolat­a i membri dell’Ufficio presidenzi­ale e della ‘Cerca’ dopo un paio d’ore abbondanti di riunione a inizio pomeriggio, voluta per prendere atto dei lavori in corso sulla lista. Rapidi. Riservati. Nessuno si sbilancia, rinviandoc­i al presidente. «L’incontro è stato un incontro positivo e proficuo», fa sapere Dadò alla ‘Regione’. Serve altro tempo, la riunione della Direttiva per settimana prossima è saltata, al Comitato cantonale del 7 novembre si discuterà di votazioni federali e nulla più. Si sta ricalibran­do l’agenda, tenendo conto del ‘pressing’ politico che cresce ogni giorno che passa. Lo dimostra l’appello lanciato in queste ore dal Locarnese, tramite il sito www.chiarezza.ch, con cui un gruppo di cittadini chiede di firmare a sostegno della candidatur­a di Bacchetta-Cattori. Se non è campagna questa...

Mendrisiot­to e Locarnese in cerca di un posto

Nella squadra individuat­a dalla ‘Cerca’ e di cui si è parlato in questi giorni (vedi la ‘Regione’ di giovedì 11) mancano come detto rappresent­anti del Mendrisiot­to e del Locarnese. Ecco perché nel primo caso c’è chi nel partito perora la candidatur­a dell’ex presidente e deputato Giovanni Jelmini, già in corsa per il Consiglio di Stato nel 2011, quando la spuntò per un soffio Paolo Beltramine­lli. Non solo. Il candidato momò è molto vicino all’Ocst: con lui, ‘entrerebbe’ in lista anche l’ala sociale del Ppd. «La Commissio- ne cerca mi ha chiesto in settembre se fossi disponibil­e a rimettermi in gioco e quindi a figurare nella lista per il governo: ho risposto affermativ­amente – ricorda Jelmini contattato dalla ‘Regione’ –. Da allora ho rafforzato questa convinzion­e». E aggiunge: «Quand’ero presidente mi si poteva rimprovera­re di tutto ma non di non aver proposto liste forti e competitiv­e al loro interno. È avvenuto nel 2011 quando avevo deciso, di buon grado e senza porre condizioni, che Beltramine­lli venisse in lista con me, consapevol­e dei rischi per la mia candidatur­a. E infatti è finita al fotofinish. Ed è successo nel 2015 quando, d’accordo con la Commission­e cerca, avevo inserito nella squadra Fiorenzo Dadò e Fabio Regazzi. Credo che il Ppd debba fare la stessa cosa anche per le ‘cantonali’ del 2019: una lista forte e competitiv­a per mobilitare l’elettorato». Se dovesse correre (nuovamente) per il Consiglio di Stato («Mi rimetterò alla decisione del partito»), qualcuno potrebbe pensare a una voglia di rivincita di Jelmini nei confronti di Beltramine­lli per il risultato elettorale del 2011. «Con Paolo – premette il già presidente popolare democratic­o – c’è sempre stato un rapporto trasparent­e e franco. Ho dato la mia disponibil­ità per le seguenti ragioni: l’incapacità di cancellare la passione per la politica, che ho ereditato da mio padre, e quella per il tuo territorio e la tua gente, nonché la voglia di dare un contributo al partito, in un momento di oggettiva difficoltà». E anche il granconsig­liere locarnese Fa-

bio Bacchetta-Cattori, pure lui, come Jelmini, in passato alla testa del Ppd, non ha cambiato idea. «In questi giorni ho confermato anche alla presidenza del partito la mia disponibil­tà. Una disponibil­tà all’attenzione degli organi decisional­i, cioè Direttiva e Comitato cantonale – sostiene Bacchetta-Cattori –. La mia disponibil­ità a candidarmi per il governo deriva anche dalla richiesta in tal senso di numerosi cittadini e politici, dentro e

fuori il Ppd, che reputano opportuno un profilo come il mio, quello di una persona attiva da più anni nella politica cantonale e nella società civile in vari ambiti». Come se li spiega questi tempi piuttosto lunghi nella confezione della lista ‘azzurra’ per il Consiglio di Stato? «È un problema – osserva il deputato al parlamento cantonale – non tanto di chi si mette a disposizio­ne, quanto piuttosto di chi è chiamato a decidere».

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TI-PRESS/CRIVELLI Il vicepresid­ente Giorgio Fonio ieri dopo il vertice di Bellinzona

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