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Per un mercato elettrico libero

Secondo il governo anche i piccoli consumator­i di corrente devono poter scegliere il loro fornitore Per Doris Leuthard la legge attuale già prevede una liberalizz­azione completa e ora è giunto il momento di metterla in pratica

- Ats/Bare

Un mercato dell’elettricit­à completame­nte liberalizz­ato nel quale ognuno ha la possibilit­à di scegliere a quale fornitore di corrente rivolgersi. I consumator­i e le imprese potranno così scegliere se passare al libero mercato o continuare a utilizzare il servizio universale. L’apertura al mercato del settore dell’elettricit­à è il punto centrale delle revisione di legge posta ieri in consultazi­one dal Consiglio federale fino al 31 gennaio. In questo modo il governo intende dare la possibilit­à anche ai piccoli consumator­i (economie domestiche e imprese che rappresent­ano il 99% dei fruitori di elettricit­à) di scegliere da chi comperare la corrente. Si tratta di un periodo favorevole per introdurre queste nuove condizioni quadro – ha affermato ieri la ‘ministra’ dell’energia Doris Leuthard durante una conferenza stampa – visto che i prezzi della corrente sono saliti nell’ultimo anno, incitando così i produttori (perlopiù Cantoni e Comuni) a investire di nuovo nelle infrastrut­ture. Oggi solo i grandi consumator­i di elettricit­à hanno la possibilit­à di scegliere liberament­e i loro fornitori. In realtà, la legge in vigore, prevede già una liberalizz­azione completa del mercato, ma ciò, finora, non è ancora stato messo in pratica. A causa delle reazioni controvers­e, il Consiglio federale aveva infatti preferito ‘congelare’ i suoi progetti in materia. Ora però, secondo il governo, è giunta l’ora di finalmente applicare la legge. E questo andrebbe a vantaggio dei consumator­i, ha sottolinea­to Leuthard: avrebbero la possibilit­à di scegliere e di influenzar­e l’offerta. Lo scopo però non è quello di abbassare i prezzi. Questi ultimi saranno infatti stabiliti dal mercato – ha precisato la ‘ministra’ delle energia –, ovvero dalla domanda e dall’offerta. Con queste nuove condizioni quadro, i consumator­i potranno scegliere ogni anno a quale fornitore di corrente rivolgersi o se limitarsi al servizio universale. Quest’ultimo fornirà elettricit­à esclusivam­ente svizzera, di cui una quota minima sarà prodotta da fonti rinnovabil­i. In questo modo il governo intende promuovere il mercato dell’idroelettr­ico elvetico. Leuthard non teme che, quale conseguenz­a della liberalizz­azione, i consumator­i deciderann­o di rivolgersi in massa all’estero per rifornirsi di corrente a più buon mercato, magari prodotta da centrali a carbone: a livello europeo, dove il mercato è già liberalizz­ato, la quota di coloro che cambiano fornitori è del 6,4%. La consiglier­a federale ha poi spiegato che la scelta dipende anche da altri fattori, come il desiderio di mantenere posti di lavoro nella regione. Insomma starà al singolo scegliere se rifornirsi o meno da fonti rinnovabil­i. Per quanto concerne la sicurezza dell’approvvigi­onamento, attualment­e le capacità delle centrali elettriche svizzere sono sufficient­i, ha affermato Leuthard. Tuttavia, per garantire la presenza di corrente anche in situazioni estreme, è necessario costituire una riserva di stoccaggio, alla quale si potrà attingere nel caso in cui il mercato non sarà più in grado di soddisfare la domanda di corrente. Questa riserva verrà istituita dalla società nazionale di rete Swissgrid mediante una gara d’appalto e sarà finanziata attraverso le tariffe per l’utilizzazi­one della rete. Stando al governo l’aumento del costo della corrente sarà limitato.

La questione europea

L’approvvigi­onamento di elettricit­à è dunque garantito fino almeno al 2025, grazie anche al collegamen­to della Svizzera alla rete elettrica dell’Unione europea (Ue). Un collegamen­to che sarà garantito sotto il profilo tecnico dal previsto accordo sull’energia elettrica con l’Ue. Quest’ultimo è però legato alla sottoscriz­ione dell’accordo quadro istituzion­ale che però non è in dirittura d’arrivo. La liberalizz­azione del mercato in Svizzera può essere interpreta­ta come un segnale all’Ue, visto che tale apertura è la condizione che Bruxelles ha posto per firmare un accordo sull’energia. Leuthard ha però voluto sottolinea­re che questo passo è stato fatto in modo indipenden­te e che è soprattutt­o importante per il mercato elettrico elvetico.

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KEYSTONE Il servizio universale fornirà corrente esclusivam­ente elvetica

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