Critiche dalla sinistra, dai sindacati e dalle associazioni di categoria
La liberalizzazione completa del mercato dell’elettricità, prevista dal Consiglio federale ha sin da subito suscitato diverse critiche. I sindacati la giudicano un regalo alle aziende elettriche mentre, dal canto loro, i produttori temono problemi di approvvigionamento. Per diverse organizzazioni mancano poi misure volte a promuovere le energie rinnovabili. Da parte sua, il Ps si oppone a una liberalizzazione totale del mercato, ritenendo che una mossa del genere non è necessaria, siccome l’accordo con l’Unione europea non è ancora stato firmato. Se ciò dovesse avvenire, il partito intende lottare per garantire il rispetto di determinate condizioni. Ad esempio, le grandi infrastrutture di produzione, il trasporto e lo stoccaggio dell’elettricità dovranno rimanere in mani pubbliche. Inoltre, ha sottolineato il Ps, sarà necessario adottare misure per proteggere i salari e il personale. La stessa rivendicazione è stata fatta dai Verdi. Questi ultimi aggiungono che un’apertura totale del mercato è possibile unicamente se vi si includono misure di accompagnamento a favore delle energie rinnovabili. L’Unione sindacale svizzera (Uss) ritiene che il progetto del Consiglio federale sia un regalo alle aziende elettriche: i gestori delle reti di distribuzione sarebbero obbligati ad acquistare l’elettricità destinata all’approvvigionamento di base dai grandi produttori. Inoltre sono state prese in considerazione in minima parte le energie rinnovabili per evitare che le associazioni ecologiste alzino le barricate, ha indicato ieri l’Uss in una nota. Anche la quota minima di elettricità prodotta da fonti rinnovabili prevista nel servizio universale andrebbe esclusivamente a vantaggio delle grandi aziende che gestiscono le centrali idroelettriche. Dal canto suo, la confederazione sindacale Travail.Suisse non è a priori contraria a un’apertura completa del mercato. Tuttavia sono necessarie alcune condizioni, ad esempio un accordo sull’elettricità con l’Ue e misure di accompagnamento per i lavoratori del settore. Condizioni che non sono previste nel progetto del governo. Critiche anche da parte della Fondazione svizzera per l’energia (Ses), secondo cui il progetto manca di una visione d’insieme, poiché si concentra sui dettagli e non tiene conto dell’elemento essenziale: lo sviluppo delle energie rinnovabili. L’apertura del mercato, ha rilevato la Ses, non è una priorità. Infine nemmeno l’Associazione delle aziende elettriche svizzere (Aes) è soddisfatta: la riserva di stoccaggio prevista non basterà a garantire l’approvvigionamento di corrente in Svizzera. Tuttavia, l’organizzazione si esprimerà in maniera più dettagliata nelle prossime settimane dopo aver esaminato nel dettaglio il progetto dell’esecutivo. ATS/RED