Rifiuti, le crepe persistono
Foletti: ‘Tocca alla Gestione fare i compiti’. Bertini: ‘Basta con il gioco di fare governo e opposizione!’ Di fronte ai tira e molla della Gestione, sono su posizioni diametralmente opposte il municipale titolare del dossier e il vicesindaco
Preferisce non esprimersi Michele Foletti, titolare del Dicastero finanze a Lugano e del dossier rifiuti, in merito alle discussioni in commissione della Gestione (cfr, ‘laRegione’ di ieri) che stanno allungando i tempi per adottare il regolamento preparato lo scorso aprile dal Municipio. Gli incassi che la Città ha calcolato per costi di smaltimento della spazzatura saranno comunque inseriti nel preventivo 2019. La cifra esatta non è ancora definita ed è ancora oggetto di valutazioni interne al dicastero di competenza. Insomma, per il titolare del dossier, il Municipio i compiti li ha fatti, ora tocca ai commissari della Gestione. In ogni caso il regolamento dovrà essere pronto entro fine giugno dell’anno prossimo. Altrimenti, il Cantone prenderà il provvedimento del caso. Dal canto suo, il vicesindaco di Lugano Michele Bertini, titolare del Dicastero servizi urbani, dicastero che verrà incaricato di mettere in pratica il regolamento, dichiara che «non si può governare una città come Lugano con il solito giochetto di portare avanti una politica di governo e contemporaneamente di opposizione. In gioco c’è la credibilità delle istituzioni e questo agire genera un’instabilità e un’immobilità ben percepita nel corso di questa legislatura». In effetti, sul tema storicamente “spinoso” a Lugano le divisioni persistono con i gruppi politici che, come abbiamo riportato ieri, hanno posizioni divergenti e difficilmente conciliabili a breve termine. Del resto, quello sui rifiuti a Lugano è un tormentone che dura da ben oltre un decennio. Fino al 2013 il tema era ostacolato da Giuliano Bignasca che ne aveva fatto un suo cavallo di battaglia. Tanto che non erano servite a nulla le ripetute richieste di adeguamento formulate dal Cantone nei confronti della Città e di altri Comuni “refrattari” sull’argomento. Il Cantone avrebbe già potuto intervenire in maniera più drastica ma non lo fece (forse per mantenere il quieto vivere). Poi, dopo il decesso del “Nano” e le elezioni del 2013, con l’entrata in carica a Lugano dell’esecutivo a maggioranza leghista, la Città aveva elaborato un primo messaggio adottando un modello di regolamento, su cui era stato raggiunto un compromesso in Consiglio comunale. Un compromesso successivamente ritirato per le modifiche legali introdotte nel frattempo dal Dipartimento del territorio e per via del ricorso presentato dal Partito socialista. Modifiche come noto ratificate da una votazione popolare che ha bocciato il referendum lanciato dalla Lega dei ticinesi contro la legge votata dal Gran Consiglio.