‘Il contenuto prima della forma per porre i ragazzi in una zona di comfort’
«Tutto ha avuto inizio 12 anni fa, quando l’Asf ha proposto metodologie di formazione unificate per tutta la Svizzera. Dalla sperimentazione, della quale il Team Ticino è stato tester, è nata la versione definitiva resa obbligatoria per i 13 partenariati, quella che è in seguito stata definita la “filosofia svizzera”, alla base dei successi nelle categorie giovanili, in primis il titolo mondiale U17 del 2009». Mauro Giussani, responsabile T3 e Footeco in seno al Team Ticino e ideatore del Fil rouge swiss, ricorda quale è stata la genesi del progetto... «Una volta implementata la filosofia, la federazione ha posto dei paletti all’interno dei quali rimanere, lasciando però libertà di applicare un sistema proprio, perché una metodologia è idonea solo se si adatta alla realtà nella quale viene proposta». E così è nato il Fil rouge swiss... «Nel 2012-13 abbiamo sottoposto il nostro metodo all’Asf che lo ha approvato e ne ha addirittura estrapolato degli aspetti da inserire nel suo concetto base. Tutto parte dalla constatazione che da quando esiste internet, gli allenatori vanno in rete per scegliere tra le migliaia di esercizi proposti, senza tenere in considerazione se il contenuto è adatto o no ai ragazzi da formare. In tal modo si trascorrevano giorni e giorni a cercare di far funzionare un esercizio per poi scoprire che non era formativo in quanto non adatto a quella categoria o a quel gruppo di ragazzi. Abbiamo dunque deciso di appoggiarci sui concetti sui quali lavora l’Asf (recupero palla, possesso palla, transizioni e movimento nello spazio) per creare quattro esercizi base che portano al loro interno aspetti tattici, tecnici, cognitivi e fisici. Per ogni esercizio abbiamo creato dei “mini” per esasperare l’aspetto tattico, dei “micro” per quanto riguarda la tecnica e dei “maxi” per il trasporto dei concetti all’interno di una partita vera e propria. Insomma, 16 esercizi ai quali va aggiunto il concetto di matrioska – vale a dire la possibilità di lavorare più aspetti in un solo esercizio – con l’ulteriore ag- giunta di progressioni o recessioni a seconda delle esigenze. Ne esce un ventaglio amplissimo di possibilità all’interno di una base prestabilita e in conformità con i paletti posti dall’Asf. Questo toglie agli allenatori la necessità di inventarsi gli esercizi e ai giocatori l’alibi di non riuscire ad applicarli a causa della scarsa dimestichezza con quanto proposto. Anzi, li pone in una zona di comfort che permette loro di concentrarsi sull’aspetto formativo del lavoro più che sul suo funzionamento pratico. Questo sistema ha eliminato quelli che erano gli esercizi analitici, inserendo il tutto in forme ludiche, indispensabili per ottenere il meglio dai ragazzi».