laRegione

Un fiume con tre sorgenti

Ascona, Vallemaggi­a e Valle Verzasca uniscono le forze a livello giovanile. E ne nasce il progetto Rivers.

- Di Moreno Invernizzi

Dal ghiaccio all’acqua. Quella che scorre; quella dei fiumi. O, per dirla all’inglese, dei “Rivers”. Fiumi intesi come serbatoi che alimentano un unico corso, quello della... filiera dell’hockey. Locarnese, nel caso specifico. Perché è lì che nasce il progetto denominato appunto Rivers, che coinvolge i tre club locarnesi che possono vantare un vivaio tutto loro, ovvero Ascona, Vallemaggi­a e Valle Verzasca. «In sostanza, con questo progetto si è voluto dare una sorta di seguito naturale a quanto stiamo portando avanti da tre stagioni con il Vallemaggi­a a livello di settore giovanile – illustra il presidente dell’Ascona Paolo Monotti –. Con questa collaboraz­ione siamo in grado di garantire almeno una squadra per ogni categoria giovanile, cosa che, altrimenti, se le società avessero proseguito individual­mente, ognuna per la loro strada, non sarebbe stato possibile fare». Dopo due stagioni in... cordata doppia (Ascona-Vallemaggi­a), da quest’anno la collaboraz­ione è stata estesa al Valle Verzasca. Ora la catena può dirsi completa: «Praticamen­te, con il progetto Rivers, copriamo una fascia di età che grossomodo va dai 7 ai 18 anni. Per fare sì che i giovani non si identifica­ssero più nel nome del singolo club, e dunque per scongiurar­e l’eventualit­à di qualche “sfogo campanilis­tico”, abbiamo deciso di dare a questo progetto un’identità sua, un suo “brand”. Si è scelto il nome Rivers, perché i fiumi sono un elemento naturale che caratteriz­za il territorio della regione coinvolta da questa sinergia. Sebbene già ora questi giovani giochino con una maglia identica e con un

logo tutto suo, a livello di iscrizioni, almeno per quest’anno, sono stati mantenuti i nomi originali delle squadre. Ma dall’anno prossimo l’intenzione è quella di presentare l’iscrizione ai rispettivi tornei con l’aggiunta dell’appellativ­o Rivers al nome originale. In pratica, si saranno gli Ascona Rivers, i Vallemaggi­a Rivers e i Valle Verzasca Rivers. Per sottolinea­re la regionalit­à del progetto, abbiamo deciso di istituire una sorta di rotazione delle piste. Mi spiego meglio: sebbene una

squadra porti di nome di Ascona, non vuol dire che questa giocherà le sue partite casalinghe tutte alla Siberia, ma, a turno, in una delle tre località coinvolte nel progetto». Come hanno accolto i giovani questa unione di forze? «Molto positivame­nte direi. Un primo assaggio lo abbiamo avuto in occasione del campo di allenament­o estivo congiunto a Leukerbad, a cui ha preso parte circa una settantina di ragazzi. C’è stata un’ottima rispondenz­a, cosa che mi

porta a guardare con fiducia ai prossimi passi». A livello effettivo, il progetto originale coinvolge le categorie Moskito (che conta ben tre formazioni), Novizi, Mini e Juniores: «Sotto il cappello Rivers abbiamo sei squadre, per un totale di circa 200 ragazzi. Ma non ci fermeremo qui: l’anno prossimo la collaboraz­ione sarà estesa pure ai più piccoli, con un’età compresa tra i 6 e i 9 anni». Per coordinare le varie attività è stato composto un gruppo di lavoro

ad hoc: «Per le questioni amministra­tive, i referenti sono Edoardo Conceprio, Romano Schelldorf­er (entrambi Ascona), Claudio Simion, Simone Pallua (Vallemaggi­a) e Giorgio Gnesa (Valle Verzasca). Degli allenament­i si occupano tre allenatori profession­isti o semiprofes­sionisti, che siedono pure nella commission­e tecnica del progetto Rivers. E sono: Paolo De Luca (Ascona), Polda Bouhmir (Vallemaggi­a) e Moreno Della Santa (Valle Verzasca).

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Per ora sotto lo stesso cappello ci sono circa duecento ragazzi. Paolo Monotti: ‘Ma non ci fermeremo qui’

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