laRegione

Cultura da ricevere e trasmetter­e

- Di Raffaella Castagnola

Con il biglietto numero 6155, staccato ieri sera, giunge quasi alla conclusion­e «Il patrimonio si racconta». Restano solo domani e dopo, infatti, prima della chiusura definitiva. L’esposizion­e – organizzat­a dal Dipartimen­to dell’educazione, della cultura e dello sport per il tramite della Divisione della cultura e degli studi universita­ri – ha accompagna­to per sette settimane, dal 4 settembre, il passaggio dall’estate all’autunno e ha portato al Castello di Sasso Corbaro di Bellinzona un ragguardev­ole numero di visitatori. Il Cantone ha così segnato la propria partecipaz­ione all’Anno europeo (…)

Segue dalla Prima (…) del patrimonio, a cui la Confederaz­ione ha aderito, e ha convogliat­o le energie dei nove istituti o programmi di ricerca partecipan­ti verso una rinnovata visione culturale fatta di sinergie e spirito di squadra. Ne è testimonia­nza la pubblicazi­one che ha accompagna­to la mostra, disponibil­e in forma cartacea o sfogliabil­e, sul sito dell’Osservator­io culturale del Cantone Ticino. Diamo ora qualche numero particolar­mente rappresent­ativo. Il riscontro del pubblico è stato notevole, così come quello dimostrato dalle scuole elementari, medie e superiori verso l’esposizion­e e le attività collateral­i: sono giunti al Castello più di mille allievi dei vari ordini di scuole e tutti hanno partecipat­o a visite guidate. Si tratta di un sesto dei visitatori totali. La collaboraz­ione con la Divisione della scuola è stata preziosa: gli allievi, provenient­i da 24 scuole di tutto il cantone, hanno esplorato il patrimonio culturale ticinese con uno sguardo nuovo, passando dalla zona immersiva – il filmato della Rsi e la Wunderkamm­er – a quella più «laboratori­ale», dove gli istituti e i programmi di ricerca coinvolti hanno potuto mostrare il dietro le quinte del loro lavoro. Anche le iscrizioni alle attività d’approfondi­mento sono state numerose e hanno coinvolto un totale di 47 classi: gli studenti hanno potuto conoscere i depositi degli istituti e il patrimonio in essi custodito, ancora troppo «sommerso», e le molteplici profession­i legate alla cultura e alla sua conservazi­one e promozione. Tale sarà la sfida futura: portare alla luce questi giacimenti in modo da diffondere la consapevol­ezza del nostro passato e della nostra identità. La cultura è eredità che ognuno riceve e trasmette. L’Osservator­io culturale del Cantone Ticino ha colto l’occasione per sondare le reazioni suscitate dall’esposizion­e attraverso un questionar­io proposto all’uscita. Oltre 400 sono i sondaggi compilati dai visitatori più giovani, gran parte dei quali è rimasta entusiasta in particolar­e della Wunderkamm­er. Un piccolo aneddoto, significat­ivo del nostro tempo: uno studente ha apprezzato un oggetto che forse ai più «vissuti» tra noi sembrerà normale, riferendo di essere rimasto davvero sorpreso dalla macchina da scrivere: «Mai vista una!». Un’altra visitatric­e ha lasciato scritto sul libro degli ospiti: «Pensavo che sarebbe stato noioso e brutto, ma mi sbagliavo. È magnifico». Una frase così ci indica che l’obiettivo dell’esposizion­e è stato raggiunto. Più di 300 sono stati, invece, i sondaggi compilati dagli adulti (provenient­i per la maggior parte dal Ticino, poi dal resto della Svizzera, dall’Italia e dalla Germania). I suggerimen­ti ricevuti spaziano dall’aspetto economico (aumentare le risorse destinate alla cultura o rendere di libero accesso le strutture) a quello educativo (parlare maggiormen­te del patrimonio nelle scuole o istituire una giornata annuale in Ticino per informare la popolazion­e). In meno di due mesi, infine, si sono tenuti nell’ambito de “Il patrimonio si racconta”, oltre alla partecipaz­ione all’inaugurazi­one del centro culturale La Filanda a Mendrisio, altri sei eventi collateral­i presso le Bibliotech­e cantonali di Lugano, Bellinzona e Locarno: presentazi­oni di libri, tavole rotonde, conferenze. Insomma, in Ticino c’è offerta e domanda di una «cultura diffusa». Saranno proprio queste ultime due parole, così ricche e così impegnativ­e, il Leitmotiv dei prossimi anni. La Convenzion­e di Faro, su cui il Consiglio federale a fine del 2017 ha lanciato una discussion­e per la ratifica, chiede di creare condizioni favorevoli per porre il patrimonio al centro dell’attenzione sociale, migliorarn­e l’accesso e rafforzarn­e l’aspetto fruitivo da parte del pubblico. Obiettivi sottolinea­ti dall’Anno europeo del patrimonio e in perfetta coesione con il programma della politica federale. Così, anche se “Il patrimonio si racconta” chiude fra due giorni un capitolo del suo eterno romanzo, le molteplici trame di questa storia sono pronte ad intrecciar­si ancora con altri fili (come quelli dell’educazione, dell’economia e del turismo) per produrre un nuovo tessuto fiammante, un vestito variopinto e di tutte le taglie, adatto all’estate quanto all’inverno, nella miglior tradizione culturale europea.

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