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Piace poco l’alternativ­a all’iniziativa anti-burqa

Terminata la consultazi­one sul controprog­etto del governo. Verdi e Ps in disaccordo.

- Ats/sg

L’iniziativa popolare ‘Sì al divieto di dissimular­e il proprio viso’ – lanciata dal Comitato di Egerkingen (vicino all’Udc) e detta comunement­e anti-burqa – non menziona il velo integrale, simbolo dell’islam radicale, che ne è però all’origine, e prevede eccezioni solo per “motivi inerenti alla salute, alla sicurezza, alle condizioni climatiche e alle usanze locali”. Il Consiglio federale la respinge. E intende opporle un controprog­etto indiretto. Lasciando ai Cantoni la facoltà di decidere in materia. Ma introducen­do comunque “misure mirate” a livello legislativ­o. Due in particolar­e: chi obbliga una donna a coprirsi il viso va incontro a una pena fino a tre anni di reclusione; e chi entra in contatto con le autorità deve scoprire il viso, pena una sanzione pecuniaria. Il controprog­etto, in consultazi­one fino a ieri, ha suscitato poco entusiasmo. Ma alla fine potrebbe essere accolto in Parlamento. Socialisti, destra moderata e Cantoni – pur giudicando superfluo legiferare in materia – paiono appoggiarl­o, seppur con riserve. Per l’Udc, invece, le controprop­oste non tengono affatto conto dell’iniziativa. Il Plr approva in linea di massima l’idea del controprog­etto ma con diverse riserve. Dubita peraltro della necessità di legiferare, trattandos­i di un fenomeno marginale per non dire inesistent­e. Il divieto totale di nascondere il viso non si giustifica neppure nei confronti degli hooligan, poiché anche in tale ambito i Cantoni sono competenti e hanno spesso già preso misure. I Verdi liberali sostengono invece senza riserve il controprog­etto, che rinuncia a divieti generalizz­ati, e applaudono in particolar­e alla tolleranza zero riguardo al porto forzato del velo. Il Ppd giudica a sua volta che vada nella giusta direzione. Il Ps trova opportuno contrappor­re all’iniziativa un controprog­etto e approva la fissazione nella legge dell’obbligo di mostrare il viso solo in situazioni che possono presentare reali difficoltà. Sottolinea tuttavia che indossare simboli religiosi nelle istituzion­i pubbliche non è un gran problema in Svizzera: i conflitti si risolvono per lo più da soli. Per i Verdi, al contrario, il controprog­etto è sproporzio­nato e inutile, perché il quadro legale per punire chiunque obblighi una donna a nascondere il viso già esiste. Per il partito ecologista, sia l’iniziativa sia il controprog­etto non contribuis­cono in nulla alla parità e al rispetto dei diritti delle donne musulmane. Al contrario: alimentano ulteriorme­nte i pregiudizi verso la popolazion­e islamica, e a scapito delle donne. La Conferenza dei direttori dei Dipartimen­ti cantonali di giustizia e polizia è del parere che sia eccessivo creare una base legale per limitare la dissimulaz­ione del volto. La Commission­e federale per le questioni femminili sottolinea l’importanza di proibire simile pratica nelle scuole, ma la questione è chiarament­e competenza dei Cantoni, sostiene.

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