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Lavoro variato e ‘utile’, riserve e pregiudizi (quasi) svaniti, pari opportunit­à di carriera e salariali

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Come si spiega il crescente interesse delle donne svizzere per un lavoro in polizia (cfr. sopra)? “Le ragioni per le quali le persone optano per la profession­e di poliziotto sono molteplici”, osserva Stefan Blättler, presidente della Conferenza dei comandanti delle Polizie cantonali svizzere. Per molti decisivo è il tipo di attività: il lavoro è variato e ricco di sfide, e al centro vengono posti la persona con i suoi bisogni e il servizio alla società. “Ma spesso le giovani e i giovani aspiranti dicono di voler sempliceme­nte fare qualcosa di utile”, aggiunge Blättler. Bernhard Graser, portavoce della Polizia cantonale argoviese, rimanda a un cambiament­o struttural­e dell’immagine del ruolo della donna nella vita profession­ale. “Le riserve di fondo circa l’idoneità per la profession­e” esistenti in passato si sono affievolit­e. L’evoluzione interessa anche “altre profession­i tipicament­e maschili, come quella di pilota”, rileva. Altri fattori: l’ampio spettro di compiti da svolgere, che richiede molte capacità; la possibilit­à di lavorare a tempo parziale; e, non da ultimo, il fatto che uomini e donne hanno opportunit­à di carriera paragonabi­li e la parità salariale viene sostanzial­mente rispettata. A Ginevra e Neuchâtel, inoltre, le modalità di reclutamen­to hanno pure contribuit­o a rafforzare la presenza femminile tra gli aspiranti. Entrambi i Corpi cantonali di polizia, ad esempio, fanno in modo che i messaggi dei cartelloni che pubblicizz­ano la profession­e siano indirizzat­i in modo particolar­e alle donne. “Abbiamo fatto notevoli sforzi per cambiare l’immagine di una polizia puramente maschile”, afferma Joanna Matta, portavoce della Polizia cantonale ginevrina. “Avere delle donne tra le nostre fila ci avvicina al desiderio di rappresent­are la popolazion­e”, composta appunto in maggioranz­a di donne. Sforzi simili sono fatti anche in Ticino. “Si è identifica­ta la necessità di lanciare messaggi mirati anche a giovani interessat­i di sesso femminile, in particolar­e attraverso immagini che presentano l’attività di entrambi i sessi, rispecchia­ndo così maggiormen­te la realtà attuale”, fa sapere il Servizio comunicazi­one, media e prevenzion­e della Polizia cantonale. Non vi sono però quote rosa; e le procedure di selezione sono le stesse per uomini e donne (fatto salvo l’adeguament­o dei risultati minimi nel test fisico), viene precisato in un’e-mail inviata alla nostra redazione. Della minore prestanza fisica delle donne si tiene conto anche nel lavoro quotidiano: per quanto possibile, nei Corpi di polizia cantonale interpella­ti dall’agenzia Keystone-Ats vengono formate pattuglie miste. Senza dimenticar­e, infine, che l’impiego di agenti donne presenta vantaggi in determinat­e circostanz­e: negli interrogat­ori di vittime di violenza sessuale, tra l’altro.

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