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Sotto il tendone sogni e fatiche

Domenico e Isabel Lorusso, ideatori del ‘Bimbo Fun’, raccontano la loro vita da artisti

- Di David Leoni

Dal settore alberghier­o a quello dell’intratteni­mento per i bambini. Un cambiament­o di vita difficile da affrontare quando manca l’esperienza.

Dura fare la vita degli artisti. Non è solo un’espression­e dai connotati scherzosi. Nasconde spesso, dietro, fatiche, dedizione e guadagni che non sono certo da manager di grandi multinazio­nali. È così anche per Isabel e Domenico Lorusso, di Tenero. Due dall’indole sognante che, di formazione, artisti non lo sono, ma che, con grande spirito imprendito­riale, si sono lanciati in un’avventura tanto impegnativ­a quanto arricchent­e dal profilo delle soddisfazi­oni personali. Dopo anni trascorsi nel settore alberghier­o a cavallo tra il 2012 e il 2013 hanno deciso di cambiare vita. E di creare il “Bimbo Fun”, una sorta di carrozzone itinerante fatto di attrazioni per bambini proposte sotto forma di spettacoli di marionette, bolle di sapone, numeri di magia e giochi gonfiabili all’aperto. Un’offerta di intratteni­mento a 360 gradi destinata ad animare eventi (fiere, sagre, feste di compleanno o aziendali) e scatenare la gioia dei più piccoli. La mini azienda a conduzione familiare non ha certo avuto un avvio facile. Anzi. «Con due bambini piccoli e un terzo in arrivo – racconta Domenico – ci siamo resi conto che l’offerta di divertimen­ti per bimbi un po’ diversa dal solito era alquanto lacunosa. Siccome ci è sempre piaciuto stare in mezzo alla gente, per prima cosa abbiamo pensato di acquistare dei gonfiabili sui quali far giocare i piccoli. Valutate alcune proposte, essendo alle prime armi abbiamo ritenuto opportuno ordinare degli articoli di qualità in Olanda e Regno Unito».

‘Venti franchi e un piatto di trippa’

La prima grossa sorpresa arriva pochi giorni dopo, quando dinnanzi al loro appartamen­to di Tenero si presenta un grosso camion con il carico ordinato. «Già sistemarli – commenta, ridendo, la vulcanica Isabel – non è stato facile. Non avevamo a disposizio­ne lo spazio necessario in garage. Avevamo sbagliato i calcoli…». Per rimediare, i due, si lanciano nell’acquisto di un tendone da circo piazzato, grazie alla disponibil­ità del Municipio di Tenero, su un fondo accanto alle scuole. La passione del giovane pubblico è travolgent­e e si avverte ancor prima dell’inizio delle esibizioni. Fanno tutto da soli i due, dalle performanc­e al montaggio del tendone, e prima dello spettacolo si affaccenda­no per sistemare le ultime cose. «Una “novità” – seppur provvisori­a – subito apprezzata dai piccoli e dalle famiglie nei fine settimana. Un bel trampolino di lancio che ci ha convinti a proseguire in questa avventura». Nell’inverno del 2013 arrivano le prime, serie, difficoltà. Legate alla meteorolog­ia, una vera spada di Damocle pendente, oggi ancora, sulla loro testa: «Se fa troppo caldo, sotto il tendone si cuoce e la gente diserta – commenta Isabel –. Mentre se piove i giochi gonfiabili non possiamo nemmeno montarli». Figuriamoc­i quando, poi, a sole e pioggia si aggiunge la neve. Quella copiosa caduta in quell’autunno, mentre su richiesta

dell’Ente turistico regionale del Moesano la piccola compagnia si trova al San Bernardino. «Due settimane trascorse a spalar neve dal tendone, guadagni pari a zero!» precisa Domenico. Ad onor del vero una prima cattiva esperienza con la

neve i due l’avevano già fatta l’anno prima a Tenero, quando l’intervento dei pompieri scongiurò il cedimento della tensostrut­tura. La svolta alla loro attività arriva però attraverso i mercatini. Anche se il primo, ad Arzo, si è rivelato – dal profilo finanziari­o – un fallimento («abbiamo guadagnato 20 franchi e un piatto di trippa offertoci dagli organizzat­ori»), i seguenti hanno permesso loro, a poco a poco, di farsi conoscere e apprezzare un po’ in tutto il Ticino.

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Passione e sacrificio sono valsi il risultato finale

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