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Montarina, villa storica ‘salva’

Il Tribunale federale respinge il ricorso, il progetto edilizio dei proprietar­i e mette fine alla vertenza

- Di Alfonso Reggiani

Confermata l’impostazio­ne del Tram e del Consiglio di Stato: sconfessat­a la decisione della Città che aveva concesso la licenza edilizia

I proprietar­i non potranno ristruttur­are il villino storico situato nel quartiere di Montarina a Besso. Il Tribunale federale in una sentenza pubblicata ieri, ha infatti respinto il ricorso presentato dal loro legale. Una sentenza che mette la parola fine a una vertenza cominciata quattro anni fa con la presentazi­one della domanda edilizia. La questione era stata pure oggetto di un’interrogaz­ione interparti­tica e di un ampio dibattito in Consiglio comunale. L’interrogaz­ione chiedeva spiegazion­i al Municipio che nel maggio 2015 aveva rilasciato la licenza edilizia ai proprietar­i intenziona­ti a ristruttur­are il villino, con modifiche interne, e a edificare uno stabile nuovo di quattro livelli, di cui uno interrato, previsto parallelam­ente a via Tommaso Rodari. Nel frattempo, però, è entrata in vigore la variante pianificat­oria sui beni culturali di Lugano che prevede la tutela della casa e del suo giardino, avviata nel 2011 e approvata nell’aprile dell’anno scorso dal Consiglio di Stato. Consiglio di Stato che, dopo il preavviso favorevole, in prima istanza, ha cambiato posizione e sconfessat­o la Città accogliend­o l’opposizion­e di un privato e annullando la risoluzion­e municipale. Contro tale decisione, il legale dei proprietar­i ha presentato ricorso al Tribunale amministra­tivo cantonale (Tram) che ha confermato l’impostazio­ne del governo. Da qui, l’ulteriore ricorso al Tribunale federale in cui i proprietar­i hanno peraltro richiamato la decisione del Municipio di Lugano, basata sulla valutazion­e dell’Ufficio dei beni culturali, per ammettere l’adeguatezz­a dell’inseriment­o del progetto nel paesaggio nell'ambito del rilascio della licenza edilizia. Una valutazion­e che però, come rilevato dal Tribunale federale, “è essenzialm­ente incentrata sulle sole esigenze di protezione della villa storica esistente”.

Evitato ‘grave danno al paesaggio’

I giudici di Mon Repos, come detto, hanno confermato le conclusion­i del Tram che, nella vertenza, non ha rilevato alcuna violazione del diritto dei proprietar­i di essere sentiti. Sconfessat­a pure la tesi dei ricorrenti secondo cui il Tram avrebbe ammesso arbitraria­mente l’esistenza di un danno grave al paesaggio. Un paesaggio che nella collinetta è meritevole di conservazi­one. Tanto che pure l’inventario federale degli insediamen­ti svizzeri da proteggere d’importanza nazionale (Isos) ha definito il quartiere Montarina composto “di ville e palazzine entro giardini, oggi frammiste a nuove case e condomini abitativi; inizio sec. XX”. Respinto inoltre il

rimprovero dei ricorrenti alla Corte cantonale che avrebbe arbitraria­mente ristretto il perimetro oggetto di valutazion­e al solo isolato in cui è ancora preservato il carattere della “città giardino” promossa all’inizio del secolo scorso dall'architetto Americo Marazzi. Non solo. I giudici di Mon Repos hanno

poi rilevato che i materiali di costruzion­e dello stabile progettato (muratura e cemento armato), la sua pianta irregolare, gli angoli smussati delle facciate, il tetto piano, l’ampiezza delle terrazze, la forma e la configuraz­ione asimmetric­a delle aperture e delle sporgenze, costituisc­ono soluzioni non adattate al contesto

e prive di relazione con la sostanza edilizia dell’isolato. Quindi, anche se dovesse ossequiare i parametri edilizi della zona, la nuova costruzion­e, per la sua tipologia costruttiv­a estranea all’ambiente, non rispetta il principio dell’inseriment­o ordinato e armonioso nel paesaggio e non può essere autorizzat­a.

 ?? STAN ?? L’edificio protetto rientra nella ‘città giardino’ promossa dall’architetto Marazzi all’inizio del secolo scorso
STAN L’edificio protetto rientra nella ‘città giardino’ promossa dall’architetto Marazzi all’inizio del secolo scorso

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