Una precisione non più svizzera
Non è la prima volta, magari l’ultima. Prendo il treno RegioExpress diretto da Lugano a Chiasso. Arriva con 3 minuti di ritardo da Milano, parte e ne accumula 6 di ritardo fino a Mendrisio. A Mendrisio il treno regionale che serve i paesi tra Mendrisio e Lugano non può attendere e la gentile clientela viene informata dalla centrale Gottardo che a causa di un ritardo dall’estero, il treno non ha potuto aspettare e che occorre attendere più di 30 minuti per proseguire il viaggio. Non vi sono altre comunicazioni. Il treno RegioExpress prosegue il suo viaggio per Lugano a ritmo di lumaca e quando il generale nervosismo giunge a livelli altissimi dopo Melide diventa chiaro che la coincidenza a Lugano non potrà essere garantita. In effetti il treno arriva a Lugano con 14 minuti di ritardo. La coincidenza per pochi secondi è ancora visibile al binario 2, però nonostante la corsa di varie persone, nessuno riesce a prenderla. Occorre munirsi di pazienza a quest’ora, perché non è possibile raccontare la rabbia al dialogo clienti a Berna. È già chiuso, ma tanto sarebbe inutile e senza esito. Arrivo a Bellinzona con l’Eurocity per Zurigo alle ore 19.10 circa. Siccome devo prendere il bus per Cama devo attendere fino alle 20.37 perché l’autopostale non ha aspettato ed è partito in orario ore 19.07. Anziché raggiungere il mio paesino alle ore 19.33 arriverò a casa mia alle 21.05. Per pochi istanti di ritardo e coincidenze perse, la Ffs mi fa perdere più di 1 ora e 30 di tempo di vita. Senza scuse, senza vergogna e senza correggersi. Non sono l’unica. Una coppia della valle di Blenio incontrata sul treno mi racconta che con l’esperienza di oggi hanno chiuso con i mezzi pubblici. Ma alla Ffs questo sembra indifferente.
Carina Panier-Bracher, Cama