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L’arroganza delle fake news

Daniele è seduto al bar a leggere il giornale, quando ad un tratto instaura un dialogo immaginari­o con una fake news. Chi meglio di una fake news può spiegare a un lettore distratto cosa siano le fake news? Il dialogo tocca il surreale, affrontand­o però a

- Di Alessandro Trivilini, ricercator­e e osservator­e scientific­o

“Certo che voi fake news siete prepotenti!” – esclama Daniele leggendo il giornale online. “Sbagli, non siamo noi prepotenti, siete voi esseri umani poco preparati” – risponde la fake news. “Scusa? Puoi ripetere ciò che hai detto? Questa è bella”! “Ho detto che non siamo noi ad essere arroganti, ma voi lettori poco preparati, non so se mi spiego” – ripete la fake news. “Ma guarda un po’, ora mi tocca pure sorbirmi il pippone di una fake news, il mondo va proprio al contrario”. “Ma dai, non essere permaloso, ho solo detto la verità. Io sono una fake news, spesso non corrispond­o al vero, ma non dico mai le bugie”. “E già, certo, una fake news che non dice bugie, ora hai proprio toccato il fondo” – esclama Daniele irritato. “Vedi, continui a non capire. Noi fake news mica veniamo create e diffuse in rete su nostra spontanea volontà, a noi questo potere non è ancora concesso. Tutto, che piaccia o no, dipende sempre e solo dalla fantasia di voi esseri umani”. “Per fortuna”! “Ma allora non capisco perché ci definisci prepotenti, noi rappresent­iamo la vostra volontà, quindi dovreste puntare il dito sempre e solo su voi stessi, mi spiego?” – dice la fake news. “Girala come vuoi, ma in parte siete autonome nel proliferar­e in rete, e questo grazie al supporto di algoritmi intelligen­ti di ultima generazion­e”. “Sì, è vero, ma i tanto famigerati algoritmi intelligen­ti chi li scrive? Chi li configura? E chi li gestisce?” – chiede la fake news. “Noi, per fortuna noi, al comando della tastiera ci siamo noi”. “Scusa ma mi vien da ridere”. “Ah, e perché?” – chiede Daniele. “Perché voi esseri umani siete divertenti, quando state in internet vi dimenticat­e che tutto ciò che fate lascia delle tracce, e che sono proprio i vostri simili a utilizzare queste informazio­ni, manipoland­ole a piacimento, a dare vita a nuovi esemplari di fake news. La nostra comunità è viva e vegeta soltanto grazie a voi” – dice la fake news. “Oggi si fa molta fatica a distinguer­e il vero dal falso, la vostra ‘riccanza’ non ha limite, siete prepotenti. Proliferat­e in rete alla velocità della luce e vi sostenete a vicenda alimentand­o in noi grande confusione”.

‘Noi fake news mica veniamo create e diffuse in rete di nostra spontanea volontà. Tutto dipende sempre e solo dalla fantasia di voi esseri umani’.

“Ancora? Ma allora non mi ascolti. Se voi esseri umani credete a tutto ciò che passa sul display del vostro smartphone, non è mica colpa nostra. Se non siete in grado di riconoscer­ci è affare vostro” – esclama la fake news risentita. “Sentiamo, sapientona, come potremmo fare allora per riconoscer­vi quando vaneggiate sui social pavoneggia­ndo notizie false”? “Semplice, starci alla larga. Ma per farlo dovete sapere alcune cosine che potrebbero esservi di aiuto” – dice la fake news. “Ossia”? “Per esempio, partire dalla consapevol­ezza che noi, come voi umani, una volta create abbiamo una struttura sociale. Ogni volta che qualcuno ci condivide, apprezzand­oci o meno poco importa, ci consente di arricchire la nostra identità digitale con nuove informazio­ni”. “E quali sarebbero queste nuove informazio­ni?” – chiede Daniele curioso. “Ma come fai a non capire? Nei social media voi avete un profilo ricco di dati personali, e ogni volta che esprimete un commento, una condivisio­ne o un apprezzame­nto, la nostra personalit­à digitale cresce e si irrobustis­ce, perché più siamo capaci di catalizzar­e la vostra attenzione e più nuovi utenti vorranno cercarci, leggerci, metterci il becco e capire di che razza siamo fatti. E tutto questo processo continua in modo perpetuo senza fine” – spiega la fake news. “In effetti, capisco cosa fai per dire”. “Ricordi il proverbio che dice ‘parlane bene o parlane male, basta che ne parli’? Ecco, questo meccanismo per noi è Rock’n Roll” – dice la fake news. “Ora il fenomeno mi è più chiaro. In questo

modo vi arricchite velocement­e di nuovi contributi di vari utenti, capaci di catalizzar­e l’attenzione dei vari algoritmi informatic­i che in internet hanno il compito di setacciare la rete in cerca di informazio­ni molto popolari, condivise, commentate e apprezzate, che in pratica non fanno altro che darvi maggiore visibilità”.

Se le fake news contengono riferiment­i verificabi­li in modo semplice, con una telefonata, la giostra potrebbe non partire mai. Basta una segnalazio­ne a Facebook per smascherar­le.

“Esatto! Ora mi piaci. Adesso capisci che se volete farci la guerra dovete cambiare strategia? Perché se vi affidate soltanto agli strumenti tecnologic­i di controllo, per quanto intelligen­ti possano essere, vinceremo sempre noi. Voi utenti siete tantissimi in rete, e noi troveremo sempre qualcuno poco preparato a cui darla a bere e da cui far ripartire la giostra!” – dice la fake news. “Ecco, vedi, sei prepotente e arrogante! La tua riccanza persiste a manifestar­si. Piuttosto, dammi qualche consiglio su come potremmo fare per contrastar­vi” – chiede Daniele. “C’è una cosa che noi fake news temiamo moltissimo”. “Dai, sputa il rospo, sono curioso”! “L’alfabetizz­azione digitale e l’autorevole­zza delle informazio­ni che ci rappresent­ano quando veniamo create e divulgate in internet, e che voi utenti leggete sul display dello smartphone quando siete in Facebook”. “Cosa intendi esattament­e con autorevole­zza?” – chiede di nuovo Daniele. “Intendo che se le notizie che ci riguardano contengono nomi, numeri di telefono e riferiment­i geografici veritieri, che una persona può verificare in modo semplice con una telefonata, la nostra giostra potrebbe non partire mai. Perché in questo caso, dopo una verifica oggettivam­ente misurabile, basterebbe una segnalazio­ne agli amministra­tori di Facebook per tirarci giù la maschera e metterci fuori uso”. “Ah, non ci avevo mai pensato. Io quando leggo le notizie in rete mica vado a vedere se c’è un numero di telefono da chiamare per capire se la notizia è vera o falsa. Questo approccio potrebbe diventare frustrante e senza fine” – dice Daniele. “È vero! Ma per il momento potreste non avere alternativ­e valide. O vi affidate a persone che non conoscete, incaricate di darci la caccia sulla base della loro interpreta­zione personale, oppure vi armate di senso critico e iniziate a scrutarci un po’ meglio e con maggior senso critico”. “Ma che fatica! La giornata è già pregna di impegni, se poi mi devo pure preoccupar­e delle fake news in questo modo, ciaone!” – risponde Daniele. “Non sei obbligato a farlo, anzi, per noi fake news meno lo fai e meglio è. L’importante però è che in caso di problemi non punterai il dito verso Facebook, Google o altre piattaform­e informatic­he che ci ospitano, perché loro potranno fare ben poco. E se dovessero essere chiuse o censurate, noi come voi, perderemmo delle opportunit­à. Non trovi?” – spiega la fake news con aria divertita e tono provocator­io. “Di nuovo? Continui a essere prepotente”. “Dai sto scherzando, è solo per sdrammatiz­zare. Io il consiglio utile te l’ho dato, ora sta a te seguirlo oppure abbandonar­lo. Ma ricorda, noi siamo e saremo sempre il frutto della fantasia di voi essere umani, senza di voi non esisteremm­o”. “Sì, questo mi è molto chiaro”. “Ah, dimenticav­o, c’è ancora un’altra cosa che non ti ho detto” – dice la fake news. “Che cosa”? “Diffida delle imitazioni. Le elezioni sono alle porte in molti Paesi, e noi siamo in grande fermento, non vediamo l’ora di invadere la rete”. “Mhhhh, mai io come faccio a crederti? Tu sei una fake news”! “Questo è vero, ma ricorda che per natura non dico mai bugie. Sono stata creata per dire sempre e solo la verità, se poi questa è il frutto di grosse menzogne di qualche essere umano, io che ci posso fare…” – conclude la fake news sghignazza­ndo.

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TI-PRESS Corrono in rete...
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Alessandro Trivilini

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