‘Cardiocentro nell’Eoc come pattuito’
Da una parte il sostegno alle posizioni del Consiglio di Stato e del Consiglio di amministrazione dell’Ente ospedaliero cantonale (Eoc): il Cardiocentro deve essere integrato nell’Eoc. Dall’altra, l’auspicio che l’iniziativa popolare “Grazie cardiocentro”, qualora fosse sottoposta in votazione popolare, venga respinta dai cittadini ticinesi. Ecco in estrema sintesi la risoluzione adottata all’unanimità giovedì sera dall’assemblea annuale dell’associazione per la difesa del servizio pubblico. Un’assemblea che ha approvato il rapporto di attività dello scorso anno, periodo in cui si è occupata prevalentemente della difesa dei servizi postali, della Ssr, delle finanze pubbliche, della politica ospedaliera, della sociopsichiatria, delle Ffs e della navigazione sul Lago maggiore. Dopo i lavori, Thomas Giedemann, macchinista e presidente Sev, sezione macchinisti, è intervenuto sul futuro delle Ffs. Tornando al Cardiocentro, l’assemblea ha preso atto, con viva preoccupazione, delle vicende in corso sul futuro assetto giuridico della struttura, e del lancio di un’iniziativa popolare, la cui ricevibilità va verificata, tendente a mantenere uno statuto di autonomia dello stesso rispetto all’Eoc. L’associazione tuttavia ricorda nella risoluzione, che la creazione di una fondazione privata, come vorrebbe l’iniziativa, significa che il Cardiocentro sarebbe sottratto al controllo democratico esercitato annualmente dal parlamento, nello stesso modo in cui viene svolto per l’Eoc. Non solo. L’associazione per la difesa del servizio pubblico ha messo in evidenza che il gruppo promotore “Grazie cardiocentro” non “ha giustificazioni di pubblico interesse a suo sostegno”. L’iniziativa popolare, la cui raccolta delle firme è in corso, intende creare una nuova fondazione privata della durata di 99 anni, “indipendente dall’Eoc, con lo scopo manifesto di salvaguardare interessi privati”. Un’iniziativa che “contrasta quindi con quanto era stato chiaramente pattuito vent’anni fa, ossia che il Cardiocentro avrebbe dovuto confluire nell’Eoc dal 2020”, si scontra “con i principi di una gestione oculata e con il voto espresso dai cittadini ticinesi il 5 giugno 2016 quando, il 55% dei votanti bocciò la modifica della legge sull’Eoc che intendeva cedere al privato parte dell’attività dell’Ospedale civico di Lugano e di quello della Carità di Locarno”.