Bus leccesi, assolto pure il bancario
Una classica inchiesta transfrontaliera con spostamento di soldi dalla Penisola nelle nostre banche. Sarebbe passata inosservata se non fosse stata coinvolta la Città di Lecce. Rogatoria internazionale, intervento del Ministero pubblico della Confederazione, l’accusa di riciclaggio, il blocco dei fondi. E alla fine un’assoluzione. Anzi, due. Lo scorso gennaio era stata la stessa Procura federale a emettere un decreto di abbandono contro Massimo Buonerba, ex consulente giuridico del Comune di Lecce, accusato di aver intascato mazzette nell’ambito della realizzazione della rete filobus per il centro pugliese. Restava in sospeso la posizione del bancario che aveva gestito l’arrivo dei soldi in Svizzera. Bene: giovedì il Tribunale penale federale ha prosciolto il funzionario accusato in sostanza di omessa segnalazione all’ufficio antiriciclaggio della Polizia federale per una transazione che poteva rivelarsi sospetta. È una sentenza di cui non si conoscono ancora le motivazioni, e che potrebbe ancora essere contestata davanti al Tribunale federale. Sicuramente sarà studiata con attenzione in Ticino, dato il tema sensibile e il gran numero di operatori che trattano clientela internazionale. La giurisprudenza è abbastanza scarna e riferita a vicende di oltre Gottardo. Il bancario era accusato di violazione dell’articolo 37 della Legge federale relativa alla lotta contro il riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo nel settore finanziario, limitatamente all’obbligo di segnalazione. Oltre al proscioglimento, l’avvocato Pascal Delprete ha ottenuto per il suo assistito un’Indennità di 25’296 franchi. In realtà, a parte la questione riguardante l’obbligo di segnalazione, era nel frattempo caduta anche l’ipotesi di riciclaggio in quanto non erano emersi legami tra i soldi depositati in Ticino e quelli che Buonerba avrebbe intascato illecitamente nelle Puglie. Fra l’altro anche l’inchiesta italiana sui fatti di Lecce sembrerebbe essersi persa nel porto delle nebbie. Iniziata nel 2011, condita da numerosi arresti – finì in carcere anche Buonerba – un anno fa è stata trasferita dalla Procura di Roma, e incombono i termini di prescrizione. L’ammontare complessivo delle ‘mazzette’ sarebbe arrivato intorno ai 3 milioni di franchi, ma probabilmente non ci sarà una sentenza in tempo utile.