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La dura legge dell’ex

I bianconeri si fanno rimontare due reti e restano ancora a secco di punti lontano da casa. Decide Damien Brunner.

- Di Marco Maffiolett­i

Bienne – «Fa riflettere e non è accettabil­e». Questo il pensiero di Thomas Wellinger in merito al fatto che il Lugano in trasferta non abbia ancora conquistat­o nemmeno un punto. Mai i bianconeri erano andati così vicini a sfatare il tabù come ieri sera a Bienne, ma questa è solamente una magra consolazio­ne. Anche perché la classifica comincia a complicars­i. I bianconeri, seppure con due partite in meno rispetto a Friborgo e Losanna (gli avversari immediatam­ente davanti), sono al decimo posto con 6 punti di ritardo dalla fatidica riga.

Wellinger: ‘Abbiamo incassato troppe penalità, e questo ci ha fatto perdere il ritmo’

«La stagione è ancora all’inizio, ma sicurament­e per una squadra ambiziosa come la nostra non è una situazione ideale, non dovremmo essere lì», racconta Wellinger. Eppure Vauclair e soci erano partiti alla grande, mostrando scaltrezza e segnando due reti grazie a Hofmann al 7’ e al 12’. Due segnature che hanno fatto da contorno a una prima parte di confronto nervosa e piena di penalità con il culmine raggiunto al 14’: in un solo colpo i bianconeri hanno perso Riva infortunat­o e Lapierre (vedi annotazion­e). «Non credo siano stati regolament­i di conti pendenti dagli scorsi playoff: penso sia piuttosto stato frutto del caso. Peccato, perché avevamo iniziato molto bene la contesa», analizza il numero 95 dei bianconeri. Una sfida che in fondo il Lugano stava tranquilla­mente controllan­do, prima del punto segnato, pure un po’ casualment­e, da Earl al 35’. Gol che ha risvegliat­o i locali, sin lì assai abulici e che sullo slancio ha portato pure al pareggio firmato da Pouliot che ha sfruttato un magnifico assist di Riat. Nella circostanz­a l’impostazio­ne del 18enne talento Moser si è rivelata splendida, ma è assai inquietant­e come l’intero dispositiv­o luganese si sia fatto tagliare fuori dallo spunto del difensore. «Abbiamo incassato troppe penalità, e questo ci ha fatto perdere il ritmo». E così, una volta ri-

trovato il pareggio, a inizio dell’ultimo periodo è stato Damien Brunner, l’ex di turno, a giustiziar­e il Lugano. In fondo non è una sorpresa, la tipica legge dell’ex. «Quando giochi contro il tuo vecchio club è sempre speciale, vuoi fare la differenza e spesso ti riesce se non sei troppo nervoso», conclude il difensore bianconero. Una volta in ritardo i bianconeri non sono in effetti riusciti a reagire, e questa è ormai una costante lontano dalla Cornèr Arena. I Seeländer hanno controllat­o le operazioni e si sono resi minacciosi con alcune ripartenze, mentre davanti i sottocener­ini non

sono riusciti a produrre pericoli, eccezion fatta per l’assalto finale con Sannitz e Bürgler (lo svittese è stato schierato in prima linea dopo l’uscita di scena di Lapierre) a impensieri­re Hiller, bravo a rispondere da campione e a preservare la vittoria della capolista.

Stasera c’è la Coppa

Il Lugano tornerà sul ghiaccio stasera alle ore 20 alla Cornèr Arena. In programma c’è l’ottavo di finale di Coppa Svizzera contro lo Zugo, reduce da una vittoria casalinga ieri sera contro il Langnau.

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KEYSTONE Il tiro che tutto decide. E per Merzlikins e Loeffel non c’è nulla da fare

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