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Cala ad Austin il sipario?

Domani negli States Hamilton può chiudere sul serio, mentre Vettel ammette le cause di una stagione rovinata

- Di Paolo Spalluto

Potrebbe essere il Gran Premio di Austin a laureare in anticipo Lewis Hamilton campione del mondo, come avvenne nel 2015 nel duello contro Rosberg. Questo dopo che la settimana passata avevano fatto il giro del mondo le parole del caraibico, che in buona sostanza chiedeva maggior rispetto per un pilota quattro volte campione del mondo come Sebastian Vettel, raccontand­o della stima che lo lega al tedesco e spiegando che quello di pilota è un mestiere per nulla semplice. Ieri è stato invece il germanico a parlare, ammettendo di apprezzare il gesto del collega, ma di ritenere comunque l’annata rovinata da problemi di velocità della monoposto, ma pure da errori del team e da errori suoi. Tra tutti il ‘lungo’ a Hockenheim quando era in testa nel blocco del Motodrome. Un Vettel che, tra l’altro, domani in griglia partirà tre posizioni dietro, per non aver rallentato a sufficienz­a ieri nella prima sessione di libere in regime di bandiera rossa.

Intanto il Circus deve fare i conti con la semplicità della Formula elettrica. E da noi spunta l’ipotesi dello ‘Swiss E Prix’.

Adesso bisogna vedere sino a quale punto la Rossa realmente voglia spingere sulla stagione 2018, e quanto invece decida di spostare la sua attenzione sul 2019, portando componenti nuovi della monoposto della prossima stagione che è oramai in fase avanzata di evoluzione. L’impression­e è piuttosto che ci sia una lieve aria di smantellam­ento, anche se nelle parole ci sentiremo comunque sempre dire che sino alla fine il campio-

nato non è finito. Ciò che si può invece dire è che Mercedes-Benz vincerà di nuovo. Con un poco più di fatica, forse, ma ci riuscirà grazie alla capacità di aggiorname­nti continui ed efficaci, oltre che di un Hamilton in forma strepitosa. Ha colpito in particolar­e il recupero post-prima fase del Mondiale. E lo diciamo spesso che basta osservare gli pneumatici a fine gara, specie di Lewis, per rendersene conto: sono contenuti, ben puliti. Davvero un ottimo lavoro.

Che fine farà Arrivabene?

Ieri Sergio Perez ha annunciato che proseguirà la sua avventura

con Force India versione Stroll, mentre si resta in attesa dell’annuncio anche del figlio Lance, a breve. Pur se l’unico tema che abbia davvero tenuto banco è legato al futuro di Arrivabene, per capire se proseguirà o no la sua avventura Ferrari. Parrebbe di sì anche perché di team principal liberi non è che ve ne siano tantissimi, e quel ruolo a Maranello non è certamente semplice. Certamente saranno queste settimane di chiariment­i. Anche per Mattia Binotto: personalme­nte speriamo che resti e non vada ad infoltire le schiere di tecnici che, andati via, dalla Rossa hanno poi vinto altrove. Intanto, però, godiamoci il Gran Premio di Austin,

su una pista con partenza in salita e curva secca a sinistra, che è tecnicamen­te poco premiante ma comunque scenografi­ca. Un circuito in terra di Liberty Media, che si trova in mezzo al guado di mille problemi che la Formula uno accusa rispetto alla facilità della Formula E. Ad esempio Miami non si farà, mentre i grandi Gran Premi (Monza, Silverston­e, Hockenheim) stanno pensando di fare blocco per diminuire i costi e rappresent­are un fronte comune.

Lugano non è fuori dai giochi

A proposito di Formula E: un’annotazion­e finale per coloro che parlano delle monoposto elettriche a Lugano. In primo luogo, la volontà in futuro è quella di chiamare l’evento ‘Swiss E Prix’, così da permettere di avere una sede a rotazione. In altre parole, Ginevra e Lugano sono perfettame­nte in lizza per il futuro, mentre in questo momento Berna si è mossa molto veloce e l’ha fatto bene. A Zurigo, invece, monta la polemica per avere perso un evento del genere, a causa dell’orientamen­to politico della municipali­tà. La città sul Ceresio ha dunque vere chance future di organizzar­e un Gran Premio. Questo grazie anche al supporto di una grande banca.

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KEYSTONE Il britannico può laurearsi campione in Texas, proprio come nel 2015

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