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L’alternativ­a

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New Delhi – Kalar Majra, nel Punjab, è uno dei pochi villaggi di contadini che ha scelto di non bruciare le stoppie del riso dopo il raccolto, e la produzione degli anni successivi è aumentata del 20 per cento. Da alcuni anni, sessanta famiglie di agricoltor­i hanno accolto l’invito del governo e utilizzano metodi alternativ­i per preparare il terreno alla semina. La combustion­e dei rifiuti vegetali al termine del monsone autunnale è considerat­a una delle principali cause della cappa di inquinamen­to che aggredisce New Delhi, assieme alla mancanza di vento. La combustion­e delle stoppie è stata vietata dal Punjab Pollution Control Board, ma ogni anno si calcola che tra ottobre e novembre vengano bruciate 34 milioni di tonnellate di residui agricoli di riso e frumento. Paradossal­mente, nelle campagne dove si falcia con le macchine, sul terreno restano stoppie più alte, fino a 40-50 centimetri; là dove

i contadini sono più poveri, e falciano a mano, le piante vengono tagliate vicino al suolo, e i pochi residui sono raccolti e utilizzati come foraggio. I contadini di Kalar Majra sono stati convinti ad abbandonar­e la pratica, hanno ottenuto un finanziame­nto per l’acquisto di una macchina per la semina che, riutilizza­ndo le stoppie residue, le trasforma in fertilizza­nte organico. E i raccolti hanno dato loro ragione.

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