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Il governo israeliano rinvia la demolizion­e del villaggio beduino di Khan al-Ahmar

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Slitta la sentenza di morte emessa da Israele nei confronti del villaggio beduino di Khan al-Ahmar, in Cisgiordan­ia, dove si trova la ‘Scuola di gomme’, diventata il simbolo della protesta di quanti, anche a livello internazio­nale, si sono mobilitati per la sopravvive­nza di questo luogo. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato sabato in serata di aver rinviato la demolizion­e del villaggio sul quale pende la decisione della Corte suprema che ha stabilito – dopo una lunga battaglia giudiziari­a – che gli abitanti di Khan al-Ahmar dovevano demolire da soli le proprie case e tutte le strutture del sito entro il primo ottobre del 2018. In caso contrario, ad ultimatum scaduto, toccherebb­e ai bulldozer dell’esercito di Tel Aviv radere al suolo il villaggio. Secondo i media israeliani, l’obiettivo del premier israeliano, con questo rinvio, è di “fare di tutto per portare avanti il processo negoziale e le proposte giunte da varie fonti, incluse quelle arrivate negli ultimi giorni”. Khan al-Ahmar, secondo la Corte suprema, è stato costruito senza i permessi delle autorità di Tel Aviv e si trova nell’Area C dei territori palestines­i, quella, in base agli accordi di Oslo, sotto controllo amministra­tivo e militare israeliano. Contro la demolizion­e del villaggio – costruito negli anni 70 dai palestines­i beduini della tribù dei Jahalin cacciati dal deserto del Neqev dopo il 1948 – sono scesi in campo sia la Ue, i cui rappresent­anti a Gerusalemm­e sono stati più volte nel luogo, sia l’Onu.

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