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Officine: ‘Pronti al referendum’

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Il comitato direttivo dell’Unione contadini ticinesi è pronto a lanciare un referendum. Lo ha deciso nella sua riunione di venerdì 19 ottobre, durante la quale ha discusso in dettaglio la situazione del nuovo stabilimen­to industrial­e delle Ffs previsto in zona agricola ad Arbedo-Castione. “L’Uct in qualità di associazio­ne di categoria dell’agricoltur­a ticinese è tenuta per statuto a promuovere e curare l’interesse generale sviluppato dall’agricoltur­a e dal primario in genere, specie nella salvaguard­ia del territorio agricolo, in quantità, qualità e proprietà”, scrive l’associazio­ne in un comunicato stampa. L’Uct è stata recentemen­te ascoltata in audizione dalla Commission­e della gestione e delle finanze del Gran Consiglio, riguardo al messaggio da 100 milioni di franchi (quale contributo cantonale) per la realizzazi­one del nuovo stabilimen­to. “Un progetto importante, che l’Uct assolutame­nte non contesta in quanto non è suo compito”. In quell’occasione i rappresent­anti dell’Uct hanno spiegato l’importanza di mantenere le Officine e i posti di lavoro in Ticino e il motivo della contrariet­à al progetto “che prevede la perdita di circa 80mila metri quadrati di superfici per l’avvicendam­ento delle colture (Sac)”. Questi terreni, spiega l’Uct, sono di alta qualità e al fine di tutelarli per l’approvvigi­onamento della popolazion­e, “sono protetti da leggi, ordinanze e disposizio­ni specifiche a livello federale e cantonale”, si legge nella nota. “In Ticino la superficie agricola è circa il 4% del territorio, mentre a livello svizzero la percentual­e è di circa il 25%. Dati impietosi che mostrano la fragilità del settore, che non può permetters­i ulteriori perdite di superfici produttive”.

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TI-PRESS Roberto Aerni presidente Uct

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