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L’Andermatt sopra Locarno

Nella zona montana con vista sul delta si sta concludend­o l’acquisizio­ne di terreni da parte della Holding confederat­a intenziona­ta a costruire il Lago Maggiore Grand Hotel-Spa & Residences. Uno sguardo nel ‘dietro le quinte’ di un progetto da svariate ce

- Di Davide Martinoni

«A noi piace lavorare in modo serio», aveva detto il sindaco di Locarno, Alain Scherrer, quando in Consiglio comunale era stato invitato a spiegare il suo coinvolgim­ento (poi da lui stesso annullato) nel faraonico progetto di maxi resort montano. Scherrer aveva spiegato che la sua possibile partecipaz­ione alla giuria era nata da un abboccamen­to di un collega municipale che, a nome di un architetto locarnese, ne aveva chiesto la disponibil­ità di massima; ma non ottenendo alcuna indicazion­e aggiuntiva nei mesi successivi, e ritrovando­si di punto in bianco nella “brochure” pubblicita­ria del resort in qualità di membro della giuria, aveva preferito rinnegare quel mezzo passo avanti: lo aveva fatto contattand­o la società promotrice e chiedendo di essere tolto dalla lista. Scherrer, allora – al di là del fatto di non aver probabilme­nte considerat­o a fondo le implicazio­ni politiche di un proprio coinvolgim­ento diretto in una questione che sarebbe poi dovuta passare in Municipio – non sapeva ancora bene con chi aveva a che fare. Il “chi” è da cercare nella Augur Invest Ag, iscritta nel luglio del 2008 nel Registro di commercio del Cantone di Svitto, e di alcune sue partecipat­e. La Augur è una holding il cui capitale azionario di 936mila franchi, interament­e liberato, è detenuto da autentici pezzi da novanta. Ne emergono due personaggi: Oliver Wolfensber­ger e Joachim Schoss. Nella lettera inviata ai possibili investitor­i nel resort locarnese dal direttore di progetto Marc Sontag – di cui parleremo in seguito –, Wolfensber­ger, presidente della società, viene presentato come sviluppato­re di progetti immobiliar­i di lusso, fra cui lo Schneefalk­e di Andermatt. Con il suo lotto di residenze secondarie, lo Schneefalk­e è uno degli elementi del ben più vasto Andermatt Swiss Alps di Samih Sawiris. Il nome di Wolfensber­ger è anche stato accostato a quello di RainerMarc Frey, imprendito­re quotato da Bilanz a 1,25 miliardi di franchi e attivo (anche) nel campo delle criptovalu­te. Quanto a Schoss, va senz’altro rilevato il suo impegno a livello sociale in qualità di presidente della Fondazione MyHandicap.com; ma, al di là di questo, è considerat­o fra i maggiori imprendito­ri svizzeri nel settore di internet. Basti un nome – la Immobilien­Scout24 da lui fondata nel ’97 – per dare la misura del portafogli­o. Presidente della Augur Invest risulta essere il giovane avvocato zurighese Michel Pola. Fra gli azionisti della Holding figurano anche altri membri di peso: Patrick Eberle, ex capo delle finanze del colosso Tamedia; il responsabi­le dello sviluppo Ralf Skrzipek, imprendito­re immobiliar­e; e Cosimo Violati, altro imprendito­re nel settore del mattone. Violati è attivo a livello internazio­nale, e si profila anche come “uomo marketing” in relazione a svariati marchi del lusso. Sotto il cappello della Holding, come detto, vi sono alcune società partecipat­e e “fotocopia”: abbiamo la Medical Wellness Project Ag, la Medical Wellness Hotel Ag e la Avalon Condominiu­ms Ag, tutte con sede a Zugo e tutte facenti capo alle stesse tre persone: il già citato Marc Sontag, firmatario della lettera agli investitor­i nella sua qualità di direttore di progetto, Barbara Ochsner e lo stesso Violati. Ebbene, Sontag non è certamente un elemento insignific­ante: con lui si torna a bomba sull’Andermatt Swiss Alps, nel cui sviluppo aveva assunto un ruolo di primaria importanza. Particolar­ità di queste società anonime è avere, fra gli scopi particolar­i, l’acquisizio­ne di parcelle al Monte Brè fissando un prezzo oltre il quale non è previsto spingersi: una, la 3130 (di 8’878 metri quadrati), doveva essere comprata “per un massimo di 6,5 milioni di franchi”; l’altra, la 3257 (di 7’000 metri quadrati) “per un massimo di 1,7 milioni di franchi”. Si tratta di terreni a futuro uso residenzia­le la cui valutazion­e a businesspl­an – parliamo del cosiddetto “valore residuo” – è nettamente maggiore: il 3130 avrebbe, da “costruito”, un valore commercial­e di 20 milioni di franchi, mentre per il 3257 si parla di 11,5 milioni di franchi.

La figura del Principe

Non è tutto. Perché nella galassia che ruota attorno alla Holding v’è una quarta società anonima: la Vita Genesis Ag, anch’essa con sede a Zugo. Dagli ultimi dati del Registro di commercio risulta essersi concentrat­a nell’acquisto di terreni destinati ad ospitare la struttura alberghier­a prevista a Colmanicch­io. Ebbene, membro del Consiglio di amministra­zione della Vita Genesis, con firma individual­e, è Jasmin Selina zu SaynWittge­nstein, che porta lo stesso cognome del personaggi­o-chiave di tutta questa vicenda: Peter Wilhelm zu Sayn-Wittgenste­in, detto “il Principe”. Rampollo di una famiglia nobiliare tedesca, Peter viene raccontato come «una persona impegnata e molto alla mano». E, ciò che più conta in questo caso, «particolar­mente determinat­a a realizzare il “suo” resort fra Brè e Colmanicch­io», tant’è vero che proprio all’intervento del Principe si devono molte, se non tutte, le transazion­i immobiliar­i andate in porto finora. «Tutto era partito da Peter – dice un proprietar­io di Brè –, che aveva acquistato l’ex albergo con l’intenzione di ridargli lustro. Ha sempre dimostrato grande entusiasmo perché crede nel progetto. Ora, però, è da qualche settimana che non si fa vivo».

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Proseguono le trattative per i terreni appetiti ai promotori ma ancora in mano privata

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