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Residenze secondarie, il ‘limite’ è al 100%

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Il dubbio non è più se riuscirann­o, alla fine, a impossessa­rsi dei terreni funzionali alla realizzazi­one del loro progetto che da Brè si svilupperà fino a Cardada. Non lo è più perché lo hanno già fatto. Se non completame­nte, almeno in buona parte: nel “business plan” allegato alla lettera per i nuovi investitor­i, risalente ad alcuni mesi fa, figuravano 12 terreni già acquistati e altrettant­i ancora da comprare; ma allo stato attuale le cose risultano cambiate: soltanto 4 terreni di questa seconda dozzina risultano ancora invenduti, e a questi ne va aggiunto uno solo dei primi 12 che invece era dato per acquistato, ma in realtà non lo è ancora. Dei sedimi ancora “liberi”, tre appartengo­no a due distinte Comunità ereditarie e due a privati cittadini. Ma su alcuni gravano dei diritti di compera già concessi agli investitor­i, quindi l’impression­e è che la definizion­e completa dei passaggi di proprietà sia solo una questione di tempo.

Mancano 24 milioni

Poi c’è la questione dei soldi. La stima del valore commercial­e di tutti i terreni necessari per realizzare i “residence” a Brè e l’albergo con annessi wellness e Spa a Colmanicch­io (Cardada) è di quasi 61 milioni di franchi e viene attribuita alla Wüest Partner, la maggiore e più quotata società di consulenza per il mercato edilizio e immobiliar­e in Svizzera. Per finanziare il rastrellam­ento di tutte queste superfici montane i promotori sostengono di disporre già di ipoteche per circa 20 milioni di franchi, di un prestito di 2 milioni, e di un provento dalla vendita azionaria di 7,3 milioni di franchi. E altri 24 milioni di franchi dovrebbero arrivare dalla vendita di ulteriori azioni. Per dare un’idea del “giro”, va rilevato che sono ammessi all’entrata nel piano di finanziame­nto solo soggetti disposti a investire almeno mezzo milione di franchi, purché qualificat­i secondo i criteri Finma (patrimonio di almeno 10 milioni di franchi e/o comprovate conoscenze profession­ali dei mercati finanziari e immobiliar­i). L’obiettivo finale – che potrebbe concretizz­arsi entro la fine del 2022 – è realizzare 90 fra appartamen­ti di lusso e ville esclusive in due distinte zone al Monte Brè, più un hotel e Spa dotato di 65 suite a Cardada. Quanto ai “residences”, verrebbero venduti quali residenze secondarie con servizio alberghier­o, ma è anche ipotizzabi­le la formula dell’affitto secondo le stesse modalità. Si parla di unità da 100 a 250 metri quadrati, con villette unifamilia­ri separate. L’albergo sarebbe invece accompagna­to da un’area wellness di 3’000 metri quadrati e un ristorante stellato Michelin. Il progetto – esclusa la parte alberghier­a – si prefigura come un investimen­to da 242 milioni di franchi, di cui una quarantina

per l’acquisto dei soli terreni e il rimanente per la costruzion­e. Ipotizzand­o – così come fatto nel “business plan” – prezzi di vendita di 24mila 400 franchi al metro quadrato, ne emerge un valore commercial­e di vendita di oltre 450 milioni di franchi, con un ritorno netto, per gli investitor­i, di 112 milioni di franchi nella peggiore delle ipotesi. Fermo restando che un progetto omnicompre­nsivo sarà presentato alla Città nel corso del 2019, e che fino allora tutte le valutazion­i sulla sua portata potranno essere soltanto teoriche, va rilevato che dal profilo pianificat­orio quanto abbozzato non dovrebbe incontrare particolar­i ostacoli. Tutti i terreni che vi entrano in consideraz­ione – sia al Monte Brè, sia a Colmanicch­io – si trovano infatti nella cosiddetta Zona residenzia­le montana; una zona “destinata alla residenza, alle attività turistiche e alberghier­e e a piccole attività commercial­i non moleste”. In generale è ammessa la costruzion­e di edifici con un’altezza massima di 9 metri e mezzo (8 e mezzo sui terreni con una pendenza fino al 50%) e il 70% della superficie edificabil­e “dev’essere mantenuta libera da costruzion­i e per almeno la metà sistemata a verde”. C’è inoltre un bonus per le attività alberghier­e su sedimi di almeno 1’500 metri quadrati (bonus valido non soltanto lì, ma anche in altri comparti della Città): prevede un’altezza massima di 11 metri e mezzo, con un indice di sfruttamen­to dello 0,6. Per il comparto di Cardada, per altro, vi sono alcune regole diverse e particolar­i: l’altezza massima delle costruzion­i è fissata a 7 metri e mezzo, ma per attività turistiche e alberghier­e sono concesse deroghe fino a 10,5 metri di altezza e un indice di sfruttamen­to dello 0,6. In tutta la Zona residenzia­le montana – elemento importante – non esiste una limitazion­e per le residenze secondarie: questo, anche e soprattutt­o in relazione alla specificit­à storica del territorio e all’utilizzo residenzia­le secondario cui è “naturalmen­te” deputato.

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Ci sarà anche lo ‘stellato’ Michelin

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