laRegione

Via Monte Boglia rilancia

La Lega boccia lo scenario auspicato dall’Udc e fa una controprop­osta

- Di Andrea Manna e Luca Berti

Incontro ieri fra Norman Gobbi, Antonella Bignasca, Piero Marchesi e Sergio Morisoli

Bocciature e controprop­osta. Nel blindato vertice plenario di domenica pomeriggio la Lega ha silurato gli scenari d’intesa messi sul tavolo in un precedente summit ristretto fra il movimento e l’Udc in vista delle elezioni cantonali e federali del prossimo anno. Il primo era: una sola lista per il Consiglio di Stato con quattro leghisti e un democentri­sta e un’unica candidatur­a per gli Stati: quella dell’attuale deputato Udc al Nazionale Marco Chiesa. Il secondo: una sola lista per il governo con tre leghisti e due Udc e due candidati (un leghista e Chiesa) per gli Stati. Due ipotesi su cui si era espressa le dirigenza Udc, indicando la propria preferenza per la prima. Ma il movimento di via Monte Boglia domenica ha respinto entrambe facendo una controprop­osta, a lei più favorevole: quattro leghisti e un Udc sulla lista per il Consiglio di Stato e due candidati (un leghista e Chiesa) per la Camera dei Cantoni. Chi dei due riceverà più voti, sarà il colui che accederà al ballottagg­io. La controprop­osta è stata discussa nel pomeriggio di ieri in una riunione, durata circa tre quarti d’ora nello studio di Norman Gobbi, cui hanno partecipat­o per la Lega, oltre al consiglier­e di Stato, Antonella Bignasca e per i democentri­sti il presidente Piero Marchesi e il capogruppo in Gran Consiglio Sergio Morisoli. Ricavando una fumata... grigia, ci viene detto al termine dell’incontro. Insomma: un accordo in vista potrebbe anche esserci, ma mancano i dettagli. Molti dettagli. Anche se sembrerebb­e riaffaccia­si l'ipotesi di due Udc e tre leghisti per il governo cantonale e di un leghista e un Udc per gli Stati. Ma torniamo al vertice leghista di domenica al quale hanno preso parte i cosiddetti colonnelli (fra questi i ministri Claudio Zali e Gobbi, i consiglier­i nazionali Lorenzo Quadri e Roberta Pantani) e il gruppo in Gran Consiglio. C’è chi non vorrebbe stringere alcun accordo con l’Udc preferendo una corsa solitaria della Lega sia per il governo cantonale che per gli Stati. Puntando tutto, per quel che riguarda la Camera dei Cantoni, sul legale luganese e già presidente dell’Ordine ticinese degli avvocati Battista Ghiggia che nel 2015, al ballottagg­io con Fabio Abate (Plr), non venne eletto al Senato per pochi voti. Ghiggia non ha ancora deciso se candidarsi o meno: del resto mancano diversi mesi all’appuntamen­to con le federali e comunque si prenderà il tempo necessario per valutare attentamen­te gli aspetti profession­ali e quelli personali. Fra i leghisti contrari ad alleanze con i democentri­sti c’è il capo del Dipartimen­to del territorio. E ieri, sul portale della ‘Regione’, l’ex coordinato­re del movimento Attilio Bignasca è stato chiaro: «Non ci sarà nessun accordo elettorale se l’Udc continuerà ad attaccare Zali, vedi l’iniziativa parlamenta­re dei democentri­sti, comunicata ieri (domenica ndr) alla stampa mentre la nostra riunione era in corso, per l’abolizione della tassa di collegamen­to, approvata oltretutto dal popolo, tanto caro ai democentri­sti». Riferendos­i poi alle federali e a Marco Chiesa, Bignasca ha dichiarato a mo’ di battuta: «Se Battista Ghiggia, nostro candidato natura

le, non se la sentirà per motivi profession­ali o personali di correre per il Consiglio degli Stati, farò un corso intensivo di tedesco e mi candiderò contro il cagnolino della signora Martullo», politicame­nte parlando. Da noi interpella­to, Chiesa non intende rispondere alle provocazio­ni: «Il mio compito è di impegnarmi per il mio Cantone e per la Svizzera in Consiglio nazionale e di non farmi distrarre da attacchi personali, anche se finalizzat­i a ferirmi. Stiamo entrando nella fase calda dell’iniziativa

per l’autodeterm­inazione, e per me occuparsi di politica significa occuparsi di temi e non di polemiche». «È un caso che la nostra iniziativa sia uscita a quell’ora, neanche sapevo che la Lega si sarebbe riunita – replica Gabriele Pinoja, firmatario con Cleto Ferrari dell’atto parlamenta­re –. In ogni caso io sono da sempre fortemente contrario a questa tassa, convinto che non risolva il problema del traffico. E di principio l’Udc è contro ogni balzello che va a incidere sulla vita di tutti i giorni dei cittadini».

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TI-PRESS Non è ancora l’ora dell’intesa (nella foto il presidente Udc Marchesi)

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