Galli della Loggia: ‘Il consenso è necessario ma nei limiti della Costituzione’
«Il consenso, quello espresso dagli elettori, è condizione necessaria per legittimare l’azione di un governo. D’altra parte nei paesi che hanno una costituzione democratica gli organi di garanzia devono impedire che il potere della maggioranza ecceda i limiti posti costituzionali. Il problema in Italia è anche che le persone alla testa degli organi di garanzia non sono o non vengono percepite come neutrali». Di qui, spiega il professor Ernesto Galli della Loggia, lo stress patito oggi dalla dialettica politica-istituzioni. Ordinario di Storia contemporanea all’istituto di scienze umane di Firenze, Della Loggia sarà ospite domani sera del Circolo Battaglini a Viganello, e ha risposto ad alcune nostre domande. Intanto, professore, che cosa è mancato alla politica italiana, una sinistra credibile, una politica liberale? «È mancata una politica in sintonia con le reali esigenze della società. Da quindici anni il Paese sta impoverendo, il debito pubblico cresce per pagare gli interessi sul debito stesso. Vi abitano cinque milioni di poveri; il mezzogiorno è abbandonato a se stesso, come le periferie delle grandi città. Da ultimo l’impatto dell’immigrazione. I partiti che erano al governo – spiega Galli della Loggia – non sono stati capaci di affrontare questi problemi; e dal malcontento che ne è derivato sono nate le forze che sono riuscite ad accreditarsi come alternativa capace di rimediare ai problemi che ho detto. Che poi vi riescano è un altro discorso». Ma non sono anche il sintomo di una crisi più generale della democrazia come l’abbiamo conosciuta nel dopoguerra? «Bisogna ricordare – dice il professore – che l’Europa occidentale è stata governata per decenni da forze socialdemocratiche o cristiano-sociali, in alternanza o in coalizione. Nel momento in cui nascono movimenti popolari contro le politiche di questi partiti, le loro espressioni di protesta si richiamano a vicenda, poiché hanno in comune gli stessi nemici, i ‘vecchi’ governi, e le rivendicazioni: recupero dell’identità, sovranità, critiche all’Ue». Un modo che per ora assicura successo. Ma lo spessore politico dei loro leader è sufficiente a tradurre in politica di governo gli slogan, a reggere il confronto con le forze europee che ne chiedono conto? «Parliamo di forze – considera Galli della Loggia – il cui successo è stato assicurato da due efficaci oratori politici: Grillo e Salvini. Il primo si è tenuto fuori; Salvini ha dimostrato grandi capacità di mobilitazione, ma non so se vi corrispondono pari capacità di governo e di interlocuzione. Predilige lo scontro, ma non so se gli basterà. Sono, soprattutto i 5Stelle, forze povere di una classe politica sperimentata. Sono un’incognita». E tutto sommato mi sembra generoso.