Primo mattone da 20 milioni
Nuove Officine a Castione, dal Cc di Bellinzona sì a larga maggioranza. Ora spetta al Gran Consiglio
Plr, Ppd, Sinistra e Lega/Udc appoggiano il messaggio municipale. Non i Verdi e nemmeno Mps e il membro Pc.
A tempo di record (tre mesi e mezzo dalla pubblicazione a oggi) il Consiglio comunale ha avallato ieri sera con 50 sì (Plr, Ppd, Sinistra e Lega/Udc), 5 no (Verdi, Mps e Pc) e 2 astenuti il messaggio municipale di maggior peso, in tema d’investimenti, della prima parte di legislatura della nuova Bellinzona. Venti milioni in tre rate da destinare alla realizzazione della nuova Officina di manutenzione Ffs a Castione, quartiere che non appartiene alla Città aggregata; più 500mila franchi quale quota parte per avviare lo studio urbanistico previsto nel post-Officine in centro città. Qualora pure il Gran Consiglio stanziasse i 100 milioni di sua pertinenza in base all’accordo tripartito sottoscritto lo scorso dicembre con Città e Ferrovie, lo stesso Cantone e il Comune diverrebbero proprietari di 55-60mila metri quadrati dell’attuale complesso industriale che ne misura 114mila. Il tutto nell’ambito di una vasta riqualificazione con cui le Ffs realizzerebbero edifici residenziali e Città-Cantone strutture nelle quali inserire formazione, amministrazione, parco tecnologico, spazi pubblici, appartamenti intergenerazionali e aree aperte ad uso pubblico. Charles Barras, relatore della Gestione, ha ricordato quali sono gli elementi che hanno indotto la commissione a sostenere all’unanimità il messaggio: dalla convinzione che il progetto sostenga lo sviluppo socio-economico regionale e della Città, alla convinzione delle Ffs nel ritenere necessario uno stabilimento nuovo al Sud delle Alpi, alla possibilità di inserire a Castione parte delle attuali attività industriali svolte a Bellinzona nonché aziende terze, alle garanzie relative all’impiego a Castione di 200/230 operai e di non licenziare nessuno degli attuali 400, assicurandone la riqualificazione professionale con 8 milioni di franchi. Quindi una richiesta: «Il Centro di competenze partecipi attivamente alle fasi di trasferimento». Il capogruppo Plr Fabio Käppeli ha ribadito che «questo è uno dei progetti strategici più importanti per lo sviluppo economico della città e del Ticino. La scelta di un nuovo stabilimento è quella che offre più garanzie a lungo termine. Quanto al numero di operai, i 200/230 previsti inizialmente potranno poi crescere». Ivan Ambrosini a nome del gruppo Ppd ha evidenziato che la contropartita per Città e Cantone è l’ottenimento di una porzione di terreno nel quale creare opportunità di formazione e lavoro in un comparto centralissimo: «Sarà un prolungamento naturale della città e bisognerà inserirlo armoniosamente nell’area urbana». Sulla stessa lunghezza d’onda Lelia Guscio a nome del gruppo Lega/Udc, che in modo quasi unanime ritiene l’investimento consono alla crescita socio-economica voluta per la Città aggregata: «È un treno che passa una volta sola! C’è l’esigenza di rimanere al passo coi tempi in un settore in continua evoluzione e che necessita di spazi consoni, oggi non disponibili per eseguire la manutenzione dei moderni treni Giruno». Quanto al comparto di competenza Città-Cantone, «l’accordo prevede che non ci sia speculazione edilizia». Renato Züger intervenendo a nome della Sinistra ha riassunto l’ultimo decennio: «A 10 anni dallo sciopero e a 5 da una convenzione che nel 2013 non ha portato granché, dobbiamo chiederci cosa fare. La proposta concreta che ci troviamo sul tavolo vede la messa a disposizione di 120 milioni che danno un maggior potere contrattuale a Cantone e Città nei rapporti con le Ffs. Una soluzione che richiede garanzie riguardo ai posti di lavoro e all’uso futuro dell’attuale sedime industriale». Giulio Deraita (Lega e dipendente Ffs) ha spiegato che le Officine di manutenzione, per motivi di costi, si realizzano oggi preferibilmente ai terminali, «perciò Castione è il luogo ideale». Henrik Bang (Sinistra) ha parlato dell’inadeguatezza tecnica delle attuali Officine a gestire i futuri convogli, ciò che dal pubblico ha suscitato la reazione di Gianni Frizzo (‘Giù le mani’) che gli ha suggerito di informarsi; Luigi Calanca (Lega) ha infine invitato a considerare tutte le conseguenze del trasferimento, pensando in particolare agli interessi dell’agricoltura.