Se la conosci, la capisci
Autogestione: ‘Se ne parla senza sapere cosa sia’. A sostenerlo è la neonata associazione Aida Pur senza rappresentarla, Aida si propone di valorizzare la realtà del Centro sociale il Molino, la cui permanenza all’ex Macello di Lugano non è contemplata da
«È la nostra idea di cultura: ognuno può imparare qualcosa da tutti. Non è cattedratica. È uno scambio, ma i soldi non c’entrano». Non ama essere definito ‘rappresentante’, ma di fatto Luki lo è: portavoce dell’Autonome Schule di Lucerna (Asl), è stato invitato ieri in Ticino dall’Associazione idea autogestione (Aida), per parlare del centro sociale della sua città. «È un’esigenza che avvertiamo – spiega Bruno Brughera, tra i fondatori di Aida –, si parla tanto di autogestione, ma senza sapere realmente cosa sia. Vorremmo stimolare un dibattito pubblico, che coinvolga politici e società civile». I primi passi Aida li sta appena muovendo: l’assemblea costitutiva non si è ancora tenuta – «accadrà a breve» –, ma gli iscritti sono già una quarantina e le intenzioni sono chiare: «Attraverso diverse testimonianze (sia dei cosiddetti autogestiti, che delle autorità politiche, ndr), intendiamo mostrare che si tratta di una realtà ben radicata in Svizzera, presente da anni». Se questo primo incontro, ieri al Biblio Café Tra, è stato pensato più per la stampa, i successivi saranno rivolti alla popolazione. «Oltre agli incontri, si potrebbero organizzare delle uscite nelle altre città svizzere per andare a toccare con mano queste realtà» ipotizza Danilo Baratti, membro di Aida nonché consigliere comunale ecologista. «Non intendiamo porci come mediatori fra autogestione e autorità politiche – continua –, ma proporre un dibattito di qualità, per mostrare una realtà che merita di essere conosciuta meglio e considerata diversamente».
«In pochi sanno che una scuola a Kobane (Siria, ndr) è stata ricostruita grazie ai fondi raccolti dai molinari – cita ad esempio Fausto Beretta Piccoli –, oppure che alcuni hanno suonato al Paléo (importante festival musicale di Nyon, ndr)». La comunicazione, anche per la natura stessa dell’autogestione, è in effetti uno dei terreni di scontro con Palazzo Civico.
«Neanche a Lucerna è facile – valuta Luki –, dieci anni fa il Municipio desiderava inserirci in un contesto in cui non ci riconoscevamo. Abbiamo iniziato una lunga lotta, finché non siamo entrati (occupandolo, ndr) in un edificio in città vecchia (l’attuale Asl, ndr). Allora sono iniziate le negoziazioni: è stata costituita un’associazione e oggi c’è dialogo».