Danzando tra l’organico e l’inorganico
«Un robot non lo abbiamo mai avuto, nella compagnia, è la prima volta» ha scherzato ieri in conferenza stampa Ariella Vidach. Perché se la tecnologia è sempre stata al centro dell’estetica di AiEP Avventure in Elicottero Prodotti, il collettivo fondato a Lugano nel 1988 da Claudio Prati e Ariella Vidach, per ‘HU_robot’ la faccenda è diversa. E lo si capisce già dalla scheda dello spettacolo coprodotto da LuganoInScena che debutterà in prima assoluta al Lac venerdì 2 novembre: alla voce danzatori troviamo, in rigoroso ordine alfabetico, nove nomi; otto sono di danzatori del Balletto di Roma. Il nono è UR10, il braccio robotico della Universal Robots che non è semplice scenografia interattiva, ma un vero e proprio interprete. Un robot che, ha proseguito Ariella Vidach, «ha una personalità forte, anche confrontato con l’umano». Una presenza scenica che ha portato «ad alzare il livello dei danzatori: è interessante che la tecnologia spinga l’uomo a migliorare, a capire quali sono le sue possibilità». È un rapporto virtuoso tra uomo e macchina, tra organico e inorganico, quello che Claudio Prati e Ariella Vidach hanno cercato di portare sulla scena. Perché la tecnologia già fa parte del nostro quotidiano, non è più un alieno misterioso ma semplicemente un altro da incontrare. Lo spettacolo trasformerà quindi la Sala Teatro del Lac in un luogo di convivenza tra uomo e macchina, tra organico e inorganico. Convivenza e interazione: come ha spiegato Claudio Prati, UR10 fa parte della nuova generazione di robot collaborativi, ideati per lavorare a stretto contatto con gli umani, senza ferirli come invece farebbero i precedenti robot industriali. In aggiunta ai normali sensori di serie, quelli che permettono al robot di avere la sensibilità necessaria a interagire con gli esseri umani, il braccio-danzatore che vedremo al Lac sarà dotato di una telecamera e di un proiettore «per far nascere un dialogo, un confronto basato non solo sul movimento». Senza dimenticare la musica: i segnali dei sensori di UR10 interagiranno con la traccia sonora della coreografia che si adatterà ai movimenti, «un po’ come se ci fosse un cosmo che è in sintonia in cui ogni elemento influisce sugli altri». A questo si aggiungono – «perché le cose semplici non ci piacciono» – elementi di realtà virtuale e aumentata. Premesse molto interessanti, per uno spettacolo che guarda al futuro.