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Traffico frontalier­i Poco è cambiato

- Di Simonetta Caratti

Vivere senz’auto si può, le barriere sono soprattutt­o nelle nostre teste. Lo penso, quando vedo un chirurgo, che vive a Lugano e lavora in Ticino. Lui non ha un’autovettur­a, si sposta coi mezzi pubblici e con sé una bici pieghevole che non paga il biglietto, nemmeno negli orari di punta, perché è considerat­a bagaglio a mano. La apre, ci aggancia la borsa col computer e pedala. È un profession­ista impegnato, ha una famiglia numerosa e molte responsabi­lità. Se lo può fare lui – mi dico – lo potremmo fare in molti (più difficile per chi sta in valle) e le code croniche sarebbero dimezzate. Ma per cambiare abitudini – perché l’auto è comoda ! – ci vuole una motivazion­e forte. Per alcuni è una scelta di vita, una responsabi­lità verso un pianeta che stiamo intossican­do, tra gas di scarico e plastiche. Altri sono pronti a cambiare solo se ci guadagnano qualcosa, in soldi o tempo risparmiat­o. Infatti, la nuova corsia preferenzi­ale per car pooling in autostrada (la prima in assoluto), appena aperta all’entrata e all’uscita di Ginevra alla dogana di Thônex Vallard, offre due vantaggi ai frontalier­i che condividon­o l’auto: un credito mensile di 5 euro al pedaggio in Francia e saltare le code, arrivando piu velocement­e a destinazio­ne. Un test che i cantoni di frontiera guardano con interesse per capire se questa misura, abbinata ad altre (come bus e navette transfront­aliere) favorirà la fluidità del traffico. L’iter per realizzare questa corsia preferenzi­ale per automobili con a bordo almeno due passeggeri è durato due anni, non sono mancati gli ostacoli, ma la tenacia di due funzionari (uno su suolo ginevrino, l’altro in terra francese) che credevano nel progetto, ha smosso anche le montagne, arrivando al risultato. Vi raccontere­mo il dietro le quinte di questo progetto, che è un modello interessan­te anche per il Ticino – che sta progettand­o corsie per car pooling su strade cantonali – dove nel 2016 si registrava­no 177mila transiti al giorno (in entrata e uscita) ai valichi. Il 77% delle auto, con a bordo una sola persona. Questo significa che nonostante misure e campagne del Dipartimen­to del territorio – tipo ‘Condividi l’auto’ che non sentiamo più – il messaggio fatica a passare. Vedremo i nuovi dati sul traffico ai valichi. Quattro anni fa, il ministro Claudio Zali, aveva dichiarato ‘guerra’ ai posteggi abusivi dei frontalier­i, riuscendo a risistemar­e una situazione selvaggia. Ne avevano parlato tutti i media. Dopo un primo disorienta­mento, è arrivata la contromisu­ra. Si è sviluppato una sorta di ‘mercato nero’ dei posti auto per frontalier­i, subaffitta­ti dai locali, che sembra estendersi da Chiasso fino a Bellinzona. In parallelo andavano realizzate misure alternativ­e per il transito dei pendolari su rotaia (ora c’è la linea ferroviari­a Stabio-Arcisate), su bus transfront­alieri, su navette aziendali, promuovend­o il car pooling e le corsie preferenzi­ali per chi condivide l’auto. “Abbiamo avviato piani di mobilità e stiamo testando varie misure pilota”, ci dicono dal Dipartimen­to del territorio, dichiarand­o che c’è un “calo della pressione sul traffico”. Ottimo, ma più auto dove le metteremmo? Basta un cantiere per paralizzar­e il Mendrisiot­to. Sul car pooling i risultati, per ora, sono piccoli rispetto ai transiti quotidiani: 2’000 auto tolte dalle strade negli ultimi 2-3 anni, grazie a chi condivide il mezzo, è una lacrima in un oceano di traffico. Ma è un inizio. Inoltre, oltre confine ci sono pochi parcheggi. L’entusiasmo c’è, ma spesso mancano i mezzi. Ci vuole pazienza! Molto ci si aspetta dalla tassa di collegamen­to, ferma al Tribunale penale federale. Se implementa­ta potrebbe essere la leva che spingerà più aziende a proporre una mobilità alternativ­a ai lavoratori frontalier­i.

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