laRegione

Digitalizz­azione e condivisio­ne

- Di Christian Vitta

La digitalizz­azione e i progressi in ambito di tecnologie della comunicazi­one stanno trasforman­do (…)

Segue dalla Prima (…) anche il modo in cui le persone si relazionan­o tra di loro, modificand­o in particolar­e i rapporti tra produttori e consumator­i. La diffusione dei social media e delle piattaform­e online hanno infatti creato degli spazi virtuali in cui le persone possono entrare direttamen­te in contatto e scambiare beni, servizi e competenze, dando origine al fenomeno della cosiddetta sharing economy, ovvero l’economia della condivisio­ne. Alla radice di questo fenomeno vi è anche la volontà di favorire tipologie di consumo basate sulla condivisio­ne e sulla possibilit­à di riutilizzo, anziché sull’acquisto e sulla proprietà. Le piattaform­e di scambio più conosciute, anche nel nostro Paese, sono quelle sviluppate in ambito di trasporto (come ad esempio Uber) oppure turistico (come ad esempio Airbnb). Si tratta di un nuovo modello economico che permette alle aziende di operare in modo rapido e diretto, superando con più facilità i confini e agli utenti di poter disporre di un’offerta più estesa. Questa trasformaz­ione, che si espande in maniera rapida e capillare, mette in discussion­e le strutture e i modelli più tradiziona­li del fare impresa e solleva importanti quesiti ai quali tutti gli Stati, vista la portata globale del fenomeno, cercano di fornire delle risposte, nel tentativo di stare al passo con questi rapidi mutamenti. Accanto agli aspetti di natura fiscale, che ho già avuto modo di affrontare in un contributo apparso su questo giornale lo scorso 18 settembre, possono sorgere anche interrogat­ivi circa la necessità di controllo dei servizi offerti in rete e di assoggetta­re questi nuovi attori alle medesime condizioni di chi opera in modo tradiziona­le. Riflession­i che sono in corso anche nel nostro Cantone e che toccano in particolar­e il tema – oggetto anche di diversi atti parlamenta­ri – dell’offerta di alloggi e della conseguent­e applicazio­ne della tassa di soggiorno. Le principali voci critiche verso queste nuove forme di impresa provengono dagli operatori storici, i quali temono una forte concorrenz­a dalle aziende che operano secondo questo nuovo modello economico e che, laddove non vi è ancora un chiaro adeguament­o della regolament­azione esistente anche al settore dell’economia della condivisio­ne, riescono ad offrire prezzi più competitiv­i. Si tratta quindi di seguire con attenzione l’evoluzione di questo nuovo fenomeno e di prevedere un quadro normativo e un sistema di controllo che garantisca­no trasparenz­a, equità di trattament­o e una concorrenz­a leale tra le aziende più tradiziona­li e quelle che si affacciano sul mondo del digitale. Lo sviluppo e l’adeguament­o normativo a questa nuova realtà permette, in ultima analisi, anche di tutelare gli utenti e i consumator­i. Non va infatti dimenticat­o che il successo dei modelli di sharing economy dipende anche dalla capacità di creare quel necessario rapporto di fiducia che deve instaurars­i tra chi offre i servizi e gli utenti. Una fiducia ancor più difficile da conquistar­e rispetto ai modelli di scambio tradiziona­le, visto che la relazione tra le parti avviene a distanza e a livello virtuale. Un contesto di questo tipo mostra in modo chiaro come la digitalizz­azione, che avanza a passo sostenuto, richieda una riflession­e e una conoscenza ad ampio raggio. Non solo gli aspetti tecnici e tecnologic­i devono essere compresi per sfruttarne al meglio le potenziali­tà, ma occorre anche valutare per tempo gli eventuali adattament­i necessari a livello normativo e soprattutt­o l’impatto sul quotidiano dei cittadini, il cui sistema tradiziona­le del concepire le relazioni è in rapida trasformaz­ione.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland