Code, il problema resta
Il ministro Zali, 4 anni fa, ha abolito i posteggi abusivi per obbligare i pendolari a fermarsi nei car pooling grazie alla ‘leva’ della tassa di collegamento, alla linea Stabio-Arcisate, a nuove navette aziendali e corsie per car pooling. Cosa è stato fatto? Per il Dipartimento del territorio il traffico si è stabilizzato. Tolte 2’000 auto in 3 anni. Una goccia in un oceano di traffico.
“Rete viaria al collasso nel Sottoceneri. Le misure urgenti si giocano su mobilità aziendale e posteggi: abolire quelli abusivi in Ticino, così da obbligare i pendolari a fermarsi nei car pooling in Italia”. Lo scrivevamo 4 anni fa quando il ministro del Territorio Claudio Zali ci spiegava che voleva «favorire il car pooling in Italia, corsie preferenziali per car pooling in uscita, sostenere la mobilità aziendale con bonus a chi si dotava di una navetta, meglio se ecologica, per i pendolari». Che cosa è stato realizzato? I posteggi abusivi sono spariti. C’è la linea ferroviaria Stabio-Arcisate. Le corsie preferenziali per car pooling (attivate questo mese a Ginevra per un anno) sono allo studio in Ticino. La tassa di collegamento è ferma al Tribunale federale, ma proprio per questa incognita giuridica, le aziende la stanno contando nei loro budget. Tutto ciò sta alleggerendo il traffico, favorendo alternative all’auto, che siano navette aziendali, car pooling, mobilità lenta o altro? Abbiamo trovato un dato. Il progetto cantonale di mobilità aziendale MobAlt negli ultimi 3 anni ha tolto 1’500 auto dalle strade (500 nel comparto San Martino). Una lacrima in un oceano di traffico. Dal Dipartimento del territorio, che sta ricontando i transiti ai valichi e i lavoratori sui treni, parlano di un «calo della pressione del traffico, soprattutto nelle zone più colpite». Vediamo perché con Federica Corso Talento dell’Ufficio pianificazione e tecnica del traffico.
Quante auto sono state tolte dalla strada negli ultimi 2 anni grazie a car pooling, treno, navette aziendali?
È difficile fare una stima perché non tutte le aziende forniscono dati. Non ci si concentra solo sui numeri ma soprattutto sull’avviare misure incisive. Le cifre indicate da operatori come MobAlt sono precise riguardo alle aziende da loro seguite. Una cosa è certa: seppur timidamente, possiamo iniziare ad affermare che c’è un calo della pressione, soprattutto nelle zone più colpite. Fra il 2015 e il 2016 abbiamo iniziato a osservare una inversione di tendenza. Ci piace pensare che questa dinamica verso un maggior equilibrio nell’uso dei mezzi di trasporto possa essere ricondotta anche a progetti e misure che il nostro Dipartimento ha promosso e rafforzato dal 2014 per incentivare una mobilità più sostenibile.
Vediamole. Quante nuove aziende negli ultimi due anni hanno introdotto navette per frontalieri e chi paga?
Più di 20 comparti aziendali hanno aderito. Sono state attivate diverse linee negli ultimi due anni (a queste si aggiungono servizi storici per un’azienda di Stabio, una di Mendrisio e una di Cadempino). A livello di contributi, questi servizi sono stati attivati ancora a titolo sperimentale. Sono stati stanziati 2 milioni dal Parlamento, e avviati più di 20 Piani di mobilità di comparto, su cui si stanno testando misure pilota.
I parcheggi oltrefrontiera per car pooling sono piuttosto vuoti o inesistenti: che cosa si sta facendo?
Quelli che esistono sono frutto di iniziative di singoli Comuni. Stiamo procedendo attraverso il progetto Interreg Smisto, operativo da un mese. Abbiamo individuato aree dove sarebbe possibile creare parcheggi di smistamento (sia per carpooling, sia per passare dall’auto privata alla navetta aziendale). Si tratta ora di sedersi intorno al tavolo coi partner italiani: Regione Lombardia, Province, Comuni e Comunità montane. È in agenda per i prossimi mesi.
Quanto costa togliere 100 auto dalla strada?
È una domanda singolare. Meglio sarebbe chiedersi quanto costa – in termini economici, di salute e qualità di vita – mantenerle, tutte queste auto: al cittadino, in particolare, non solo come utente, ma anche come tasse. Consideriamo che di soli costi esterni a carico della società (salute, inquinamento, tempo perso in colonna) il traffico motorizzato individuale nel 2015 è costato in Svizzera 7,2 miliardi di franchi (fonte Are) per un parco veicoli di 4,5 milioni, quindi 1’600 franchi per veicolo, rispettivamente, 160’000 franchi per 100 auto.