laRegione

‘Siamo a metà strada’

A due settimane dal termine, l’iniziativa ‘Ticino laico’ ha raccolto 5mila firme. Ne servono altrettant­e

- di Jacopo Scarinci

Giovanni Barella: ‘Ci è mancato l’appoggio dei partiti, ma resto ottimista per la riuscita’

A due settimane dal termine per raccoglier­e le 10mila firme necessarie, fissato al 6 novembre, l’iniziativa ‘Ticino laico’ è a metà strada. Nel senso che «per ora disponiamo di 5mila firme – rileva da noi interpella­to Giovanni Barella, primo firmatario e presidente dell’associazio­ne Liberi Pensatori –. Ma il bastimento è ancora in mare, e finché non arriverà in porto non sapremo». Però c’è ottimismo, visto che «solo oggi (ieri, ndr) mi sono arrivate cinquanta buste con dentro dei formulari. Che sono disponibil­i assieme all’argomentar­io anche sul sito internet creato apposta, www.ticinolaic­o.ch». Firme, riprende Barella, «raccolte senza l’appoggio dei partiti, che è mancato completame­nte». Se a favore dell’iniziativa che chiede di inserire nella Costituzio­ne la neutralità religiosa dello Stato si sono schierati da subito il Partito comunista e il Partito operaio e popolare, e il comitato cantonale del Partito socialista il 3 ottobre ha approvato a larga maggioranz­a l’appoggio alla raccolta firme, «altrettant­o non si può dire degli altri partiti». A cominciare da quel Partito liberale radicale che «nonostante le voci di Gabriele Gendotti, Dick Marty o Diego Scacchi, è completame­nte mancato. Ed è un grande peccato, visto che addirittur­a alcuni simpatizza­nti del Ppd hanno firmato la nostra iniziativa». L’obiettivo è raccoglier­e 10mila firme, così da portare il popolo al voto sulla proposta di modificare l’articolo 24 della Costituzio­ne, quello che dà alla Chiesa cattolica romana e alla Chiesa evangelica riformata la personalit­à di diritto pubblico e di organizzar­si liberament­e. Ma la speranza degli iniziativi­sti era anche quella di aprire un dibattito sulla laicità in Ticino. Dibattito che «è sì iniziato bene, ma che poi si è fermato – rileva Barella –. Mi sarei aspettato qualcosa in più, perché non essendo continuate le prese di posizione nell’altro campo, ci siamo un po’ fermati». Alle bancarelle con la gente che passa si parla, però. Soprattutt­o con i giovani, «alcuni dei quali ci hanno chiesto informazio­ni, e magari dopo averci pensato hanno apposto la loro firma su un nostro formulario». Ma, continua Barella, quando si parla di laicità, «senza alcuna offesa, il tasso di ignoranza di cosa è previsto dalla legge è abbastanza alto». Nel senso che «alcuni ci hanno accusato di aprire le porte all’Islam, ma molti non sono nemmeno a conoscenza del capoverso 2 dell’attuale articolo che dà la possibilit­à alle altre religioni di chiedere gli stessi benefici che hanno cattolici ed evangelici. Con la nostra iniziativa i benefici si fermerebbe­ro per tutte le religioni». Ancora due settimane quindi: «Noi ci crediamo – conclude il presidente dei Liberi Pensatori – perché è una battaglia in cui crediamo fermamente».

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TI-PRESS I promotori Edoardo Cappellett­i e (a destra) Giovanni Barella

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