Glifosato, ‘vietare vendita e utilizzo’
Mozione dei Verdi sostenuta da metà parlamento per mettere al bando l’erbicida classato come ‘probabilmente cancerogeno’
Il parlamento lancia la lotta contro il glifosato, il pesticida che l’Organizzazione mondiale della sanità ha classato come “probabilmente cancerogeno per l’uomo” nel 2015. Una mozione di Francesco Maggi (Verdi) ha infatti già raccolto l’appoggio della metà del plenum in sede di presentazione. Del resto, i numeri citati sono piuttosto inquietanti: “Nel 2013 trecento tonnellate di questa sostanza sono state vendute in Svizzera – si legge nella mozione –. Circa un centinaio di prodotti che possiamo trovare sugli scaffali dei nostri supermercati lo contengono”. Si tratta di un principio attivo contenuto in numerosi prodotti utilizzati nel mondo agricolo ma anche in alcuni di uso domestico, come i diserbanti chimici per giardini di piccole dimensioni. “Questo erbicida – prosegue la mozione – può creare conseguenze a tutte le cellule viventi, comprese quelle umane”. Da qui l’eloquente titolo dell’atto parlamentare: ‘Vietare il glifosato’, tramite misure “per vietare la vendita e l’utilizzo” della sostanza. Uno studio di portata europea svoltosi nel 2013 “ha permesso di identificare la presenza di residui di glifosato nell’urina umana. I test – si precisa – sono stati effettuati su persone provenienti da diverse parti del mondo e i test effettuati sul campione svizzero non hanno dato risultati differenti”. La mozione era stata preannunciata dai Verdi dopo che il Consiglio di Stato del Canton Vaud aveva varato una serie di proposte legislative per portare gradualmente a un divieto totale del potente erbicida entro il 2022. I mozionanti ritengono che anche le autorità ticinesi possano intraprendere “diverse azioni”, come ad esempio “verificare affinché i servizi statali e parastatali rinuncino totalmente all’utilizzo del glifosato”; “impegnarsi in una campagna d’informazione a tappeto affinché ci sia una rapida diminuzione dell’utilizzo di prodotti a base di glifosato”; “assicurarsi che i vivai e le grandi superfici di vendita ritirino quanto prima questi prodotti tossici dai loro scaffali per evitare rischi di contaminazione e messa in pericolo della salute pubblica”; “introduzione di un divieto esplicito di utilizzo di tali prodotti previo consulto con le autorità federali competenti”.