La mummia cerca casa
Brissago, proprietario, intende valorizzarla. La vicesindaco Dell’Ora: interpellato l’Ufficio beni culturali
Reperto unico in Ticino. Biaggio Simona: ‘Abbiamo fornito al Municipio i contatti di esperti’.
Da anni giace all’ultimo piano dell’edificio dove ha sede il municipio. In un piccolo locale, fra quadri e altro materiale del passato appartenente al Comune. È in un sarcofago, o meglio in una teca di vetro. A Brissago c’è una mummia egizia. «L’unica in Ticino, una delle sette presenti oggi in Svizzera», ricorda alla ‘Regione’ la vicesindaco Eugenia Dell’Ora, titolare del Dicastero cultura e turismo. La mummia – verosimilmente dell’età tolemaica (v. sotto) e della quale hanno parlato in tempi recenti, la scorsa primavera, i portali liberatv.ch e ticinolibero.ch – cerca ora casa. «Come municipio – riprende Dell’Ora – stiamo valutando la possibilità di spostarla nel Palazzo Branca-Baccalà, che ospita già la mostra dedicata alla figura e all’opera di Ruggero Leoncavallo, per esporla finalmente al pubblico e anche per consentire gli allievi delle nostra scuola elementare di visionare un pezzo di archeologia». Il trasloco potrebbe però rivelarsi un’operazione piuttosto delicata. Proprio per questo, aggiunge, «qualche settimana fa abbiamo deciso di interpellare l’Ufficio dei beni culturali, per sapere quali accorgimenti adottare per trasferire la mummia, senza che subisca danni, e per sapere come esporla per darle il giusto risalto». La volontà del locale Esecutivo è chiara. «La mummia è di proprietà di Brissago – sottolinea Dell’Ora con orgoglio – ed è nostra ferma intenzione valorizzare questo nostro patrimonio storico». Ricorda la vicesindaco: «Qui, nel palazzo del Municipio, ho frequentato le scuole. Nello stesso edificio c’era anche un piccolo museo, poi smantellato. La teca con la mummia è stata così sballottata di qua e di là, sempre all’interno di questo edificio». È però «arrivato il momento di mostrarla al pubblico». E di farne, perché no, anche «un’attrazione turistica». Storia e turismo. Un binomio che può funzionare. «L’intenzione del municipio di dare alla mummia una degna collocazione è più che lodevole e del tutto condivisibile – annota Simonetta Biaggio-Simona, capo dell’Ufficio dei beni culturali –. Non va peraltro dimenticato che, in ultima analisi, stiamo parlando di un defunto. Questo aspetto antropologico è importante: non si tratta di un oggetto qualsiasi, bensì di un reperto che merita assoluto rispetto». Questo caso però non ricade sotto la competenza dell’Ufficio perché il reperto non proviene dal territorio cantonale. «Ho fornito al municipio una serie di contatti con istituti specializzati d’Oltralpe, a cui indirizzarsi per avere la giusta consulenza su come trattare, conservare e restaurare la mummia. Dare un consiglio in tal senso mi sembra doveroso, perché la cultura non ha confini, tantomeno l’archeologia. Evidentemente l’Esecutivo potrà decidere in piena autonomia come muoversi».