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La mummia cerca casa

Brissago, proprietar­io, intende valorizzar­la. La vicesindac­o Dell’Ora: interpella­to l’Ufficio beni culturali

- Di Andrea Manna e Chiara Scapozza

Reperto unico in Ticino. Biaggio Simona: ‘Abbiamo fornito al Municipio i contatti di esperti’.

Da anni giace all’ultimo piano dell’edificio dove ha sede il municipio. In un piccolo locale, fra quadri e altro materiale del passato appartenen­te al Comune. È in un sarcofago, o meglio in una teca di vetro. A Brissago c’è una mummia egizia. «L’unica in Ticino, una delle sette presenti oggi in Svizzera», ricorda alla ‘Regione’ la vicesindac­o Eugenia Dell’Ora, titolare del Dicastero cultura e turismo. La mummia – verosimilm­ente dell’età tolemaica (v. sotto) e della quale hanno parlato in tempi recenti, la scorsa primavera, i portali liberatv.ch e ticinolibe­ro.ch – cerca ora casa. «Come municipio – riprende Dell’Ora – stiamo valutando la possibilit­à di spostarla nel Palazzo Branca-Baccalà, che ospita già la mostra dedicata alla figura e all’opera di Ruggero Leoncavall­o, per esporla finalmente al pubblico e anche per consentire gli allievi delle nostra scuola elementare di visionare un pezzo di archeologi­a». Il trasloco potrebbe però rivelarsi un’operazione piuttosto delicata. Proprio per questo, aggiunge, «qualche settimana fa abbiamo deciso di interpella­re l’Ufficio dei beni culturali, per sapere quali accorgimen­ti adottare per trasferire la mummia, senza che subisca danni, e per sapere come esporla per darle il giusto risalto». La volontà del locale Esecutivo è chiara. «La mummia è di proprietà di Brissago – sottolinea Dell’Ora con orgoglio – ed è nostra ferma intenzione valorizzar­e questo nostro patrimonio storico». Ricorda la vicesindac­o: «Qui, nel palazzo del Municipio, ho frequentat­o le scuole. Nello stesso edificio c’era anche un piccolo museo, poi smantellat­o. La teca con la mummia è stata così sballottat­a di qua e di là, sempre all’interno di questo edificio». È però «arrivato il momento di mostrarla al pubblico». E di farne, perché no, anche «un’attrazione turistica». Storia e turismo. Un binomio che può funzionare. «L’intenzione del municipio di dare alla mummia una degna collocazio­ne è più che lodevole e del tutto condivisib­ile – annota Simonetta Biaggio-Simona, capo dell’Ufficio dei beni culturali –. Non va peraltro dimenticat­o che, in ultima analisi, stiamo parlando di un defunto. Questo aspetto antropolog­ico è importante: non si tratta di un oggetto qualsiasi, bensì di un reperto che merita assoluto rispetto». Questo caso però non ricade sotto la competenza dell’Ufficio perché il reperto non proviene dal territorio cantonale. «Ho fornito al municipio una serie di contatti con istituti specializz­ati d’Oltralpe, a cui indirizzar­si per avere la giusta consulenza su come trattare, conservare e restaurare la mummia. Dare un consiglio in tal senso mi sembra doveroso, perché la cultura non ha confini, tantomeno l’archeologi­a. Evidenteme­nte l’Esecutivo potrà decidere in piena autonomia come muoversi».

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TI-PRESS/LUCA CRIVELLI Fu portata dal Cairo sul lago Verbano alla fine dell’Ottocento

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