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La Carovana che nessuno ferma

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Città del Messico – Non c’è posto per la “Carovana” in Messico. Il presidente Enrique Peña Nieto ha avvertito i migranti centroamer­icani entrati nel Paese che la loro situazione è “fuori dell’ordine legale” e che “difficilme­nte potranno raggiunger­e l’obiettivo di entrare negli Stati Uniti o di restare in Messico”. Musica per le orecchie di un Donald Trump che aveva minacciato l’invio dell’esercito alla frontiera per fermare “l’invasione”, e ritorsioni nei confronti degli Stati che non l’avessero impedita. Una buona parte delle 7’000 persone che si muovono verso il confine con gli Usa sono già arrivate a Huixtla, in Chiapas. E ieri mattina hanno ripreso la marcia a piedi e con mezzi di fortuna, dovendo però lamentare una prima vittima, un uomo caduto da un autocarro su cui viaggiava mentre cercava di raggiunger­e la Carovana che avanzava a piedi fra Tapachula e Huixtla. Per molte ore il cadavere dell’uomo, che non è stato identifica­to, è rimasto abbandonat­o sulla strada, quasi un presagio di ciò che aspetta i migranti che cercano di raggiunger­e la frontiera Usa. Le organizzaz­ioni umanitarie hanno anche segnalato che molti migranti hanno riportato ferite dovute alle lunghe ed estenuanti marce, a cui sta cercando di dare sollievo il personale paramedico della croce Rossa. In seguito alla morte dell’uomo, la polizia federale messicana ha deciso di snellire il traffico, ingiungend­o a tutti i migranti di scendere dalle automobili e dai camion delle persone che hanno concesso loro un passaggio, ordinando ai conducenti di non fornire più passaggi ai membri della Carovana. Per loro si pone ormai il problema dei rifornimen­ti di acqua e cibo. Volontari dispiegati lungo il cammino distribuis­cono farmaci di prima necessità. Avanti.

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Verso gli Usa

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