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Abu Dhabi non è solo mare

Il più grande degli emirati punta sul turismo culturale e sulle energie rinnovabil­i

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In arabo vuol dire “il padre della gazzella’ e si rifà alla leggenda locale che fa risalire la fondazione di Abu Dhabi a una tribù beduina la quale, inseguendo una gazzella, si fermò in un’oasi nel deserto in prossimità del mare e lì decise di mettere le tende in pianta stabile edificando prima una fortificaz­ione e poi quella che è diventata una delle città più moderne del Golfo Persico e non solo. La svolta si è avuta nel 1962 quando gli Emirati Arabi Uniti, di cui Abu Dhabi è capitale, sono diventati importanti estrattori di petrolio. L’arrivo di così tanta ricchezza ha permesso di elevare la qualità di vita degli abitanti, ma anche di diversific­are l’economia puntando da una parte sulla produzione di energia da fonti rinnovabil­i (sole e vento) e dall’altra di aprirsi al turismo internazio­nale. L’anno scorso, infatti, è stato inaugurato il Louvre Abu Dhabi proprio con l’ambizione di attirare un turismo non fatto solo di sole e mare, che negli Emirati abbondano. Il periodo migliore per un soggiorno è quello autunnale-invernale. «Abu Dhabi è una delle destinazio­ni più gettonate dell’intera area del Golfo Persico con una media di 4,9 milioni di visitatori l’anno, in crescita costante». «Anche dalla Svizzera il numero di visitatori è in rapida crescita», conferma Dora Paradies, responsabi­le del mercato italiano e ticinese per l’ente del turismo di Abu Dhabi. Hotelplan, con il marchio Travelhous­e, offre pacchetti ad hoc per chi vuole visitare questo angolo di mondo. Ikram Atitar, responsabi­le media di Abu Dhabi turismo, ricorda come le tradizioni culturale e religiosa convivano perfettame­nte con lo spirito di apertura e di accoglienz­a degli emiratini. Un aspetto fondante della cultura beduina. GENE

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©ROLAND HALBE Il Louvre di Abu Dhabi

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