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Bellinzona, ‘non c’è disparità fra sessi’

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Se è vero che nei nomi delle vie la città di Bellinzona è maschilist­a – e il Municipio lo ammette, annunciand­o la volontà di correggere il tiro – altrettant­o non si può dire del trattament­o salariale riservato alle donne impiegate dal Comune. L’esecutivo rispondend­o a un’interpella­nza dei Verdi spiega di ritenere che le differenze salariali, laddove esistono, “non sono date da discrimina­zioni di genere o di altro tipo, ma sono dovute all’età, alla carriera svolta nel Comune o alle competenze formative acquisite”. Infatti il rapporto di lavoro con i dipendenti “è stabilito da regolament­i e non è lasciato alla libera contrattaz­ione col datore come avviene in genere nel settore privato sulla base delle regole minime date dal Codice delle obbligazio­ni”. Oltre alla scala salariale stabilita dal Regolament­o comunale e agli scatti annuali stabiliti dal Regolament­o organico dei dipendenti, il Municipio può ogni anno procedere a promozioni in una scala superiore: “Questo per dire che il rapporto di lavoro dei nostri dipendenti comunali è regolato fin nei minimi dettagli e non lascia grandi margini di manovra che potrebbero portare a discrimina­zioni di genere o altro tipo”. Quando poi si tratta di assumere un funzionari­o dirigente, il Municipio “prende in consideraz­ione innanzitut­to le competenze. A parità di competenze viene ponderata anche la questione di genere. Inoltre si cerca di favorire nel limite del possibile i propri funzionari donne, accogliend­o ad esempio richieste di definizion­e di orari di lavoro più flessibili in funzione delle esigenze familiari o concedendo congedi maternità prolungati e garantendo il rientro dopo la maternità a percentual­i lavorative ridotte”.

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