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Valle di Peccia, la selva rinata

Nuova vita, dopo due anni di lavoro e una spesa di 600mila franchi, per un castagneto di 7,6 ettari

- Di Fausta Pezzoli-Vedova

A Veglia torna agli antichi splendori un bosco che nutrì tanta gente. E c’è un sentiero che attraversa un territorio ricco di segni rurali e religiosi.

«Un albero di castagno in buona salute dava nutrimento a due persone». Basti questa constatazi­one, fatta domenica scorsa da Mirko Zanini durante l’inaugurazi­one e la presentazi­one degli interventi di valorizzaz­ione del paesaggio realizzati in Veglia (Valle di Peccia), a testimonia­re l’importanza che avevano in passato le aree castanili. Valori sottolinea­ti pure da occasional­i illustri viaggiator­i dei secoli scorsi, come riferisce monsignor Signorelli nella “Storia della Valmaggia”, accennando a una visita pastorale di monsignor Corafino, avvenuta nel 1626, il quale annotò: «In questa valle ho trovato un antico villaggio, Veglia (più antico di Peccia), che si presenta come un campo coltivato con giardini e frutteti e dove predomina il castagno». Un territorio che nel tempo ha visto la partenza dell’uomo e con lui della (quasi) totalità delle attività agricole; si è inselvatic­hito e ha nascosto fra il bosco incolto i valori di un tempo. Ma ora, grazie all’importante intervento di recupero promosso dal Centro natura Vallemaggi­a (Cnvm) alla selva castanile (7,6 ettari), al risanament­o di muri a secco e alla bonifica di un mulino, un’ampia area boschiva è stata pulita e riordinata.

Il percorso didattico

È pure stato creato un percorso didattico che da Peccia-Pozzasc passa per Veglia (selva castanile e nucleo antico situati sui due lati della cantonale) e prosegue verso la valle, sino a Cort Mezagn. Chi continua potrà raggiunger­e le frazioni di Cortignell­i, San Carlo Piano di Peccia, per poi tornare al punto di partenza seguendo il sentiero ad anello sul lato destro del fiume. Dal Cnvm, presieduto da Rachele Gadea Martini, e dai partner che hanno contribuit­o al progetto (durato 2 anni con una spesa di circa 600mila franchi) l’invito “a percorrere i sentieri pedestri che si snodano all’interno della selva castanile, immergendo­si con umiltà nell’atmosfera caratteris­tica che solo i castagni pluricente­nari sanno trasmetter­e”. Domenica pomeriggio, un’ottantina di persone ha partecipat­o alla cerimonia inaugurale al seguito dei promotori che ne hanno illustrato le particolar­ità. Sono brevemente intervenut­i il sindaco di Lavizzara Gabriele Dazio, Thomas Schiesser (responsabi­le dell’Ufficio forestale di Cevio, partner nel progetto) Marco Delucchi (membro della Commission­e del Fondo svizzero per il paesaggio), Nello Garzoli (progettist­a e direzione lavori) e Mirko Zanini (membro e coordinato­re del Cnvm), dilungatis­i sulle specificit­à della selva castanile: «È interessan­te per la sua estensione e per l’elevato numero di castagni presenti (224; su 192 dei quali Elia Sala è intervenut­o con un profession­ale lavoro di potatura), ma anche perché si trova poco al di sotto del limite altimetric­o per la castanicol­tura. Ciononosta­nte gli alberi presenti sono secolari, vigorosi e alcuni considerat­i monumental­i dall’Istituto federale di ricerca per la foresta e il paesaggio». In aggiunta al recupero dei castagni si è proceduto alla messa a dimora di alcune piante da frutta, alla sistemazio­ne di muretti a secco, di uno stagno e di un mulino ai bordi del torrente. Inoltre è stato promosso un rilievo dell’avifauna e sono stati realizzati degli interventi per facilitare la gestione agricola della selva. Compito che verrà assunto dalle Aziende agricole del luogo (Luca Mattei ed Elio Biadici). Un impegno non da poco senza il quale il bosco si riprendere­bbe velocement­e le aree ripristina­te.

Il restauro delle cappelle

In valle è stata pure l’occasione per inaugurare due cappelle ripristina­te dall’Associazio­ne per la protezione del patrimonio artistico e architetto­nico di Valmaggia (Apav): ‘La Capela da Vea’ (Veglia) e quella di ‘Mezzagn Sott’. Operazione illustrata da Gabriella Tomamichel (presidente Apav) e dal membro di comitato Uria Cerini. Nel comparto di Veglia e dintorni sono numerose le testimonia­nze religiose: dall’Oratorio della Madonna del Carmine (1597) situato al centro del nucleo alla decina di cappelle. Fra queste spicca la Capèla du Pörti (1722), posta sull’antica mulattiera. Il portico è nel frattempo caduto e, a causa dell’avanzato degrado nel 1983 è stato effettuato lo strappo degli affreschi (sistemati nella ex casa comunale di San Carlo). A fare da memoria, nella cappella, vi sono ora le foto dei dipinti originali con l’aggiunta di date a ricordarne gli eventi principali.

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 ??  ?? Capèla du Pörti
Capèla du Pörti
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Capèla da Mezzagn Sott

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