laRegione

Casa Gaby caso chiuso

Botta e risposta tra rossi dopo la sentenza del pretore sull’eredità Antognini

- Di Beppe Donadio e Serse Forni

Il Pop non farà ricorso contro la decisione che assegna lo stabile al Pc, accusando però la contropart­e e rivendican­do la proprietà morale della casetta

Classe 1910, prima donna a entrare in Consiglio comunale a Locarno, prima rappresent­ante femminile del Partito del Lavoro (Pdl) in un legislativ­o comunale ticinese, Gabriella Antognini morì nel novembre del 1988 lasciando un breve scritto contenente il desiderio di donare la propria casa al partito. Quei locali, divenuti nel tempo punto di riferiment­o del dibattito politico, sono stati oggetto di una disputa legale tra Partito comunista (Pc) e Partito operaio e popolare (Pop) – risultanti dalla disgregazi­one del Pdl – iniziata nel 2016 con la rivendicaz­ione da parte del Pop della proprietà di quella casetta. La vicenda si è conclusa lo scorso 17 agosto, quando il pretore di Locarno Città ha stabilito che la proprietà debba attribuirs­i al Pc. Dal punto di vista processual­e, la vicenda può dirsi conclusa: “Non abbiamo fatto ricorso per motivi finanziari, costretti così ad accettare il complicato verdetto sostenuto da infiniti cavilli giuridici”, scrive Norberto Crivelli, già segretario Pdl e già presidente del Partito svizzero del lavoro (Psdl), in un comunicato inviato alla stampa nel quale rivendica la proprietà morale di Casa Gaby. Alla ‘Regione’, Crivelli conferma l’accusa rivolta al deputato Massimilia­no Ay (Mps-Pc) di aver “furbescame­nte e senza consultare nessuno, tolto dal registro fondiario la precisazio­ne ‘sezione del Psdl’”, dicitura con la quale “la casa venne iscritta nel 2009 al registro fondiario a seguito del cambiament­o del nome del partito da Pdl a Pc”. «Gabriella diede disposizio­ni affinché la casa andasse al Pdl, senza specificar­e “Partito svizzero del lavoro”» sostiene l’ex Pdl, vedendo in questo particolar­e il fulcro del lavoro dei legali del Pc. «Il nome era stato cambiato nel 2007, non era più “Partito svizzero del lavoro”, bensì “Pc-Sezione del partito svizzero del lavoro”. Non una forza politica nuova, ma la continuazi­one della precedente».

Ay: ‘Alcuni anziani del Pdl, oggi nel Pc, hanno testimonia­to a nostro favore’

Interpella­to dalla ‘Regione’, Massimilia­no Ay vorrebbe dapprima limitarsi al fatto che «il pretore ha preso conoscenza del registro fondiario e ha ritenuto che fosse tutto corretto». Ma ci tiene ad aggiungere che «quando Casa Gaby, nel 1991, passò dalla comunione ereditaria al Partito del Lavoro, la prima iscrizione a registro fondiario recitava che la stessa appartenev­a al Partito del lavoro ticinese con sede a Lugano. Non vi è dunque alcun riferiment­o al Partito svizzero del lavoro. La prima volta che nel registro fondiario venne iscritta la questione “Sezione cantonale del partito svizzero” risale al 2009, anno in cui, guarda caso, la segretaria del partito era la moglie di Crivelli. Noi abbiamo sempliceme­nte riportato il tutto alla situazione originale del 2013, prima che nascessero i conflitti». Sul “senza consultare nessuno” usato da Crivelli per definire le modalità del suo agire, Ay risponde così: «Decide il comitato, io non posso prendere iniziative da solo. E a complement­o di quanto detto, posso affermare che ci sono anziani dirigenti del Partito del Lavoro che hanno collaborat­o davvero a contatto con Gaby Antognini, oggi iscritti al Partito Comunista, che hanno testimonia­to in Pretura a nostro favore. E tutto ciò ben prima dell’entrata in scena dei coniugi Crivelli».

Luogo d’incontro per molti giovani

Casa Gaby resta un importante punto d’incontro: «Abbiamo apportato alcune migliorie alla struttura, che è vetusta – spiega il responsabi­le Alberto Togni –. Il tutto nei limiti delle nostre capacità e del budget ridotto. Abbiamo pure creato una biblioteca aperta, che contiene i volumi lasciati da Gaby o donatici da diverse altre personalit­à. Inoltre proponiamo varie manifestaz­ioni; dagli incontri organizzat­i, e quindi un po’ di carattere istituzion­ale, a quelli più colloquial­i. Senza dimenticar­e momenti di formazione e di svago. La casa è viva: i giovani della sezione Locarnese che vi fanno capo sono oltre una ventina. E intendiamo continuare su questa strada».

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Punto di riferiment­o del dibattito politico

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