Alborelle, prova di popolamento
«Non abbiamo la sfera di cristallo, ma se questa operazione sarà ripetuta in questo stesso punto più volte, la specie potrebbe riprendersi». Così ieri, Tiziano Putelli dell’Ufficio caccia e pesca, ha illustrato alla stampa la nuova tappa per il ripopolamento dell’alborella nel lago Ceresio. Nella zona del porto di Melide, luogo scelto perché vanta il più basso fondale dell’intero specchio d’acqua, ricco di piante acquatiche e dunque dotato di una paradisiaca fauna ittica, sono state immesse oltre 2mila alborelle di taglia dai 4 ai 6 centimetri nate due mesi e mezzo fa, dopo che le larve, quest’estate a luglio, sono state trasferite nelle gabbie di accrescimento di Riva Caccia a Lugano. Si tratta di giovani esemplari, discendenti degli adulti catturati nel Verbano e allevati nelle vasche della piscicoltura di Brusino-Arsizio. Un numero certamente insufficiente per dar vita all’agognato ripopolamento dell’alborella, pesce estintosi nel Ceresio negli anni Novanta per cause diverse, tra le quali il disastro nucleare di Chernobyl. Per questo ora l’obiettivo – ha spiegato Putelli – è quello di immettere 100mila ‘piccoli’ nel 2019-20. Il costo del progetto, finanziato dalla Confederazione in misura del 40% e sostenuto dal Dipartimento del territorio e dalla Città di Lugano, è di 60mila franchi. La speranza è quella che anche il Ceresio, alla stessa stregua del lago Maggiore – che non ha subìto l’estinzione dell’alborella, la quale ha invece continuato a prosperare in modo naturale – possa tornare a vivere e rigenerarsi anche nello specchio d’acqua del lago di Lugano, questo anche per continuare a essere una fonte economica per i pescatori. L’insidia più grande che potrebbe far fallire il progetto è la presenza di diversi predatori, fra cui il temuto cormorano.