Recuperando normalità di vita
A Besso un rinnovato punto di socializzazione, formazione e sostegno alle famiglie In via Stabile 12 due associazioni si uniscono in una nuova struttura rivolta alla condivisione di disagi e all’aiuto nel riscatto di un nuovo lavoro e più serenità
Considerando il vicino di casa non proprio ospitale, impegnato con fare burbero a difendere i posteggi ‘indigeni’ (peraltro rimasti miseramente vuoti nel breve tempo dell’inaugurazione) anziché partecipare alla grande festa multietnica che gli scorreva sotto il naso, forse la «Lugano città inclusiva e aperta» evocata dal sindaco Marco Borradori è chiamata ancora a superare qualche scoglio... Eppure i sorrisi e i diversi colori di pelle, presenti ieri a Besso al taglio del nastro del nuovo centro di socializzazione ‘Il Tragitto’ e Casa Santa Elisabetta, erano lì a testimoniare, in prima persona, come l’accoglienza sia da sempre un valore importante nella piccola Svizzera e nel più piccolo Ticino. Donne, soprattutto, ma anche intere famiglie, nel cui tragitto di vita sono affiorati precarietà ed esclusione, e dunque bisognose di una ritrovata autonomia. Le diverse responsabili delle due strutture, da Cecilia Testa a Fabia Manni a Monica Frigerio, così come Sandra Castellano, hanno proprio sottolineato ciò: la necessità di recuperare, per queste persone, “una normalità di vita”. Una normalità di vita persa non solo dai migranti ma sempre più spesso anche dai ticinesi, per questo la porta della nuovo centro è aperto a un «nuovo pubblico, fatto di tutta la cittadinanza». Spazi, completi di uno sportello, chiamati a favorire incontri, scambi, integrazione, attraverso corsi di italiano o accompagnamenti individuali di giovani donne nella ricerca di un lavoro.
Sovvenzionato dal Cantone il centro punta a una vera e auspicata integrazione
«Un esempio notevole e interessante – ha sottolineato il consigliere di Stato Paolo Beltraminelli, direttore della Socialità e Sanità – di come integrare e includere tutti i cittadini, perché per chi
ha percorso un tragitto ricco di ostacoli, e vive una situazione di estrema fragilità, avere quale compagno di viaggio qualcuno del luogo in cui si è arrivati significa conoscere meglio la realtà in cui ci si trova, significa essere inseriti a pieno titolo nella comunità». Incontro e condivisione che la presidente del Gran Consiglio, Pelin Kandemir Bordoli, ha definito «valori importanti in una società dove vengono percepiti
soprattutto a livello virtuale mentre, invece, vi è bisogno di spazi reali. E il fatto che questa nuova struttura sia inserita in un quartiere popolare come lo è Besso non può che essere un ulteriore valore aggiunto». Lugano, dunque, città inclusiva e aperta, come ricordato dal sindaco? Eccezioni a parte, probabilmente sì: «Lo attesta – ha sgranato i numeri Borradori – il 40% della popolazione luganese che è straniera e le 140 nazionalità presenti in città». Il segreto di questo convivere bene? «Da qualsiasi parte tu venga, qualsiasi dolore o cicatrici tu abbia, qualsiasi sia il tuo desiderio di ricominciare, qui vi è la capacità di accogliere e restituire speranza a chi l’ha perduta. In questo, come città, cerchiamo di fare la nostra parte». Come anticipato, la nuova sede si trova in via Stabile 12 a Lugano-Besso. Per maggiori informazioni o richieste di contatto e aiuto è possibile telefonare per ‘Il Tragitto’ (www.iltragitto.ch) allo 091 601 06 29 oppure 076 465 03 08, per Casa Santa Elisabetta (sito internet www.casasantaelisabetta.com) allo 091 966 24 16. È possibile, inoltre, contattare le due strutture inviando una mail agli indirizzi di posta elettronica info@iltragitto.ch oppure