È un’altra serata a vuoto
Esattamente come in Coppa, lo Zugo passa a Lugano con un solo gol di scarto. E se l’emotività non basta, ci vorrà di più.
Lugano – C’è un momento in cui si ha sul serio l’impressione che tutto possa ancora succedere, in questo Lugano-Zugo. E quel momento arriva una volta superata metà partita, al termine dell’istante più duro di tutti, cioè dopo che i bianconeri – e per ben due volte – riescono a superare indenni un totale di oltre un minuto e mezzo in doppia inferiorità numerica: prima trentotto secondi, poi cinquantatré. A quel punto, in pista è un’esplosione di energia partita dagli spalti. Un’ondata di passione e di emotività a cui gli uomini di Greg Ireland provano ad aggrapparsi nel tentativo di raddrizzare una partita nata subito male (anzi, malissimo, visto come vanno le cose nel primo periodo). Senza successo, però. Questo nonostante, rispetto ai primi venti minuti, il Lugano negli ultimi quaranta sia decisamente tutt’altra cosa. E la crescita, graduale ma costante, dei bianconeri – almeno sul piano dell’energia e dell’intensità fisica (per la semplicità di manovra e la precisione nella distribuzione dei dischi bisognerà invece pazientare ancora) toglie ossigeno a uno Zugo che in avvio di partita fa più o meno tutto ciò che gli pare. Anche perché gli ospiti, oltre a essere ben messi in campo, sono anche particolarmente rapidi in tutto ciò che fanno, al contrario dei ticinesi che sembrano piantati sul ghiaccio. Finché, appunto, si arriva al mo-
mento topico di quel minuto e mezzo a 3 contro 5, che potrebbe decidere tutto già con largo anticipo. Ma nonostante gli sforzi, e il coaching attivo di Dan Tangnes – che, conscio dell’importanza dell’occasione, decide di spendere il suo timeout già a metà partita – lo Zugo non riesce a mettere il suo avversario in ginocchio. Dando così ulteriore slancio a un Lugano finalmente più propositivo anche a livello delle conclusioni – saranno addirittura trentuno tiri bianconeri negli ultimi due tempi –, pur se nella stragrande maggioranza dei casi Hofmann e compagni, nonostante il loro prodigarsi, fatichino parecchio per farsi trovare pronti all’appuntamento nello slot. Senza contare, poi, il rendimento totalmente insufficiente del powerplay, che con il suo 10% di riuscita, è semplicemente il peggiore di tutta la Lega. Poi, al danno anche stavolta si aggiunge la beffa, siccome nell’ultimo quarto d’ora Ireland deve fare a meno anche di Luca Cunti, che ha avuto la peggio in uno scontro alla balaustra. Chi, invece, vuol consolarsi può guardare avanti, pensando al fatto che sia Riva, sia Morini e Klasen potrebbero fare la loro ricomparsa in partita già nel doppio impegno nel weekend con il Davos. Che, per forza, dev’essere quello del rilancio.