La morale dal pulpito più improbabile
“I derby si giocano, si lotta si combatte si sputa sangue e poi magari si possono anche perdere! Ieri il nulla!!! Vergognatevi tutti!!! Da chi scende in campo a chi vi mette in campo a chi permette che tutti voi abbiate questa testa in partite del genere! Non ci sono scuse!! Abbiate rispetto dei tifosi, di tutti quelli che giorni prima non dormono per la tensione, tutti quelli che si fanno in 4 per realizzare coreografie per darvi la carica e gli stessi che ieri cantavano per novanta minuti e oggi sono letteralmente senza voce! Certo perché chi ama il Milan il suo lo fa sempre a prescindere!!! Il milanismo vi manca ma probabilmente chiediamo valori che di questi giorni sono solo sogni!”. Parole e musica (fuori luogo le prime, stonata la seconda) di tale Luca Lucci, che attraverso Instagram le canta e le suona ai giocatori del Milan, rei (ebbene sì, la sconfitta è una colpa perseguibile penalmente) di aver giocato male e perso il derby. O meglio, di non averne onorato la sacralità sputando sangue in campo. Ma da chi arriva il predicozzo infarcito di retorica e punti esclamativi? L’autore di cotanto esclamante invito al rispetto e ai valori (?), risponde al nome di Luca Lucci, schedato. Ok, schedati lo siamo tutti, dalla Cumulus o dalla Supercard, ma non tutti siamo pregiudicati. Lui lo è. Schedato e noto alle forze dell’ordine, con trascorsi al gabbio (aggressione), oltre che, naturalmente, allo stadio. È un capo ultrà, sponda rossonera, curva Sud, settore blu. In primavera, prima di finire dentro per spaccio di cocaina (ha patteggiato una pena di un anno e mezzo), ha avversato il tentativo di entrare nella Sud – terra consacrata – dei Black Devil, una cinquantina di menti brillanti tra i cui esponenti di primo piano – stando a un’inchiesta del ‘Fatto Quotidiano’ – figura un certo Domenico ‘Mimmo’ Vottari. Classe ’69, scontati diversi anni di carcere, anche per omicidio (ma non per mafia, nonostante molte informative dell’autorità giudiziaria lo collochino in contatto con personaggi di spicco della ’ndrangheta nel Nord), è tornato a occuparsi dei suoi affari a Cesate, hinterland milanese (importazione e spaccio di cocaina, da fonti investigative). Luca, oggi braccio operativo di Giancarlo Lombardi, detto Sandokan (indagato per riciclaggio), storico capo dei Guerrieri che nel 2006 consegnarono agli archivi (della storia e della magistratura) la Fossa dei Leoni, i cattivoni nella sua Curva non li vuole. Ha incontrato il Mimmo, e gli ha detto di no: in curva non vi vogliamo (fossero del clan giusto, invece...). Vergogna, Donnarumma: hai perso il derby, ti manca il milanismo (il ‘mila’ cheee?). Non sei degno. Te lo dice il Lucci, fidati.