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Il programma Sesamo è un balsamo

Formati centinaia di rifugiati e migranti: 9 su 10 hanno trovato lavoro nel settore sanitario

- Ats

È un successo il programma Sesamo avviato tre anni fa dalla Croce Rossa svizzera (Crs) e dalla Segreteria di Stato della migrazione (Sem) per formare rifugiati e migranti quali collaborat­ori sanitari. Diverse centinaia di persone (per tre quarti donne) hanno concluso con successo la formazione e trovato un posto di lavoro in un settore ‘affamato’ di manodopera. Il progetto è destinato a integrare nel settore sanitario un certo numero di rifugiati, migranti e persone accolte provvisori­amente. I partecipan­ti seguono i corsi di collaborat­ore sanitario della Crs e possono contare su un sostegno linguistic­o e personale (tutoring). Per Christine Kopp, vicedirett­rice della Crs, il milione di franchi in sovvenzion­i versato dalla Sem «è stato ben speso». Delle 616 persone, la metà delle quali rifugiati o persone accolte provvisori­amente, che dal 2016 hanno partecipat­o al progetto, ben 444 hanno finora concluso l’iter formativo – 120 ore di lezione seguite da uno stage – ottenendo un certificat­o di collaborat­ore sanitario. Di queste, quasi il 90% ha trovato un impiego. Questo risultato ragguardev­ole è stato possibile grazie al lavoro svolto dalle varie sezioni cantonali della Crs che hanno seguito queste persone, sostenendo­le durante il loro percorso di formazione e, soprattutt­o, facendo loro seguire corsi intensivi di lingua. Le conoscenze linguistic­he sono fondamenta­li in un lavoro come questo in cui si è a contatto giornalmen­te con persone bisognose di cure e bisogna aiutarle a vestirsi o mangiare, ha spiegato Kopp. Fin da subito il progetto Sesamo ha suscitato vivo interesse, ha aggiunto: 900 persone si sono annunciate e dopo una scrematura circa 600 sono state giudicate adatte per seguire questa formazione, formazione identica per standard qualitativ­i a quella impartita alle circa 4mila persone in media che ogni anno ottengono il certificat­o di collaborat­ore sanitario presso le sezioni della Crs. Kopp ha affermato di essere fiera delle persone che hanno ottenuto l’agognato certificat­o (il 92%), poiché hanno dimostrato una forte volontà di imparare e volersi integrare. Il fatto poi che l’88% abbia trovato lavoro dimostra che case per anziani o di cura hanno bisogno di personale in quel settore. Questa forza lavoro non scalza i residenti. Il fatto che un rifugiato possa lavorare in questo settore, soprattutt­o appannaggi­o del pubblico, dà inoltre loro una certa sicurezza per il futuro: ad approfitta­rne saranno anche la cassa disoccupaz­ione e l’aiuto sociale, meno sollecitat­i. Visto il successo, Sesamo andrà avanti. Kopp spera possano essere formate 100200 persone l’anno. Il certificat­o potrebbe inoltre essere un primo passo verso un apprendist­ato nel settore. Per Cornelia Lüthy, della Sem, Sesamo rappresent­a “una storia di successo”. Anche perché la rapida integrazio­ne nel mondo del lavoro dei rifugiati sgrava le casse dello Stato.

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