Make America boom again
Nuovi pacchi bomba inviati a Joe Biden e Robert de Niro, Donald Trump attacca i media I destinatari degli ordigni sono tutte persone esposte nelle critiche al presidente. Ma avanza la tesi della macchinazione democratica.
Washington – Nessuno accusa Donald Trump, ci mancherebbe, ma a nessuno è sfuggito che i destinatari dei pacchi bomba “recapitati” in questi giorni (ieri a Robert de Niro e un secondo all’ex vicepresidente Joe Biden) sono tutte persone che con Trump qualche problema, politico, in sospeso ce l’hanno. Inevitabilmente, in epoca di cervelli appaltati ai social, su Twitter è dilagato l’hashtag #MagaBomber, con riferimento allo slogan “Make America Great Again” che tanta fortuna ha portato al presidente. Gli ultimi pacchi bomba si sono aggiunti a quelli già indirizzati a Hillary Clinton, Barack Obama, George Soros, Eric Holder, la deputata Maxime Waters e l’ex capo della Cia e commentatore della Cnn John Brennan. Con i due inviati a Joe Biden, gli ultimi in ordine di tempo scoperti in un centro di smistamento della posta in Delaware, sale a dieci il numero complessivo dei plichi esplosivi ritrovati. L’ottavo è stato quello che ha causato un’altra mattinata di caos a Manhattan, spedito all’indirizzo di Tribeca dove si trovano la società di produzione di De Niro, la TriBeCa Production, e il ristorante di cui l’attore è proprietario, il Tribeca Grill. Ma potrebbero esservene altri in via di “consegna”, ha avvertito l’Fbi, che ha preso in mano le indagini sul caso. Agli investigatori stabilire se dietro a tutto quello che sta accadendo ci sia una sola persona o ci siano più persone. E non è ancora stato accertato se i congegni spediti siano realmente in grado di esplodere. Quello che piuttosto appare certo è che tutte le persone prese di mira sono state negli anni costantemente nel mirino di quei gruppi dell’estrema destra che spesso sposano le tesi del presidente. Non a caso Trump, messosi per un momento sulla difensiva, ha parlato di “attacco alla democrazia” e della necessità di “unificare il Paese”. Ma nei comizi per le elezioni di mid-term e su Twitter continua ad usare parole di fuoco contro gli avversari politici e contro i media, accusati di generare rabbia con le loro fake news. Nell’ultimo bagno di folla in Wisconsin i suoi sostenitori continuavano a urlare “Lock her up!”, arrestatela, riferendosi a Hillary Clinton, neanche fossero ancora in campagna per le presidenziali. Per non farsi mancare niente, sui social dilaga anche la teoria della “falsa bandiera”, secondo la quale dietro i pacchi bomba ci sarebbero in realtà ambienti della sinistra, magari gli stessi che vengono accusati di essere dietro alla carovana di migranti che minaccia di arrivare al confine col Messico. Quella per fermare la quale Trump vuole inviare altri 800 militari.