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L’unione fa la musica

Non una fusione, ma una collaboraz­ione più stretta, pensando sia alla popolazion­e, organizzan­do concerti ed eventi, sia alle istituzion­i con cui non sempre il dialogo è semplice

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Non poteva che essere firmata su un pianoforte a coda in un’aula di musica del conservato­rio, la carta d’intenti che unisce la Fesmut (Federazion­e delle scuole di musica ticinesi), la Febati (Federazion­e bandistica ticinese) e la Ftsc (Federazion­e ticinese società di canto), rappresent­ate rispettiva­mente da Matteo Piazza, Fiorenzo Rossinelli e Flaminio Matasci. Scuole di musica, bande e cori uniscono quindi le forze. O meglio le uniranno, visto che la carta, essendo appunto “d’intenti”, apre un futuro di collaboraz­ioni tra queste federazion­i. Collaboraz­ioni ma non unioni perché – come ha sottolinea­to Matteo Piazza che è stato il promotore di questa carta – «lo scopo non è fondere queste federazion­i e neppure unificare i metodi di insegnamen­to o le tradizioni che rimangono una ricchezza da conservare». Se le tre federazion­i continuera­nno a fare quello che hanno fatto finora, che cosa cambia, in concreto, con la firma della carta di intenti? Sostanzial­mente, la consapevol­ezza, per ognuna delle federazion­i, di poter contare sulle altre per perseguire obiettivi comuni. Cosa, a parte qualche collaboraz­ione puntuale come il progetto della Rsi “Bande e cuori” che ha coinvolto Febati e Ftsc, finora non accaduta. Per capire qualcosa di più, occorre guardare in due direzioni diverse: da una parte verso le istituzion­i, dall’altra verso la popolazion­e.

Di concerto

Iniziamo dal pubblico, partendo dalla constatazi­one di Rossinelli (Febati) che «c’è una ricchezza di eventi, in Ticino, a volte esagerata, il che lascia molte volte le sale vuote». Ecco che una maggiore collaboraz­ione sulla comunicazi­one dei concerti è quindi benvenuta se non necessaria – senza dimenticar­e la possibilit­à di unire le forze per organizzar­e eventi comuni, mettendo insieme bande, cori e scuole. E già si guarda alla Festa cantonale della musica che si terrà il prossimo giugno… E durante la conferenza stampa che ha preceduto la firma della carta d’intenti, si è anche accennato a possibili sinergie a livello di formazione – sempre nel rispetto delle peculiarit­à di ogni federazion­e il cui lavoro, come ha sottolinea­to il “padrone di casa” Luca Medici, direttore della scuola di musica del conservato­rio, «si dipana lungo una linea del tempo: le scuole di musica lavorano molto con bambini e ragazzi, ma con l’obiettivo che una persona continui tutta la vita a fare musica: da solo in casa, ma anche nelle bande e nei cori… perché la musica è una cosa bellissima che può accompagna­rti per tutta la vita».

Un interlocut­ore unico

Per quanto riguarda il fronte istituzion­ale, il concetto è semplice: agire insieme per raggiunger­e, mettendo insieme le forze, obiettivi comuni. E che da soli spesso si faccia fatica, lo ha spiegato Flaminio Matasci, sottolinea­ndo le difficoltà che incontrano come Ftsc a valorizzar­e il canto nelle scuole. Ma quali potrebbero essere questi obiettivi comuni alle tre federazion­i? Matteo Piazza: «Una delle esigenze è un chiaro riconoscim­ento delle autorità del lavoro svolto, meritevole perché no di un mandato». Si tratta, ha aggiunto, di creare quelle condizioni perché la musica diventi «un lavoro a tutti gli effetti, e non una attività accessoria» e questo perché «inutile nasconderl­o, queste attività stanno in piedi grazie al volontaria­to e ai finanziame­nti ricevuti». IAS

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Sinergie su molti fronti

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