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Il Partito comunista: ‘Nell’esercito pressioni psicologic­he e graduati irresponsa­bili: facciano autocritic­a’

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Il Partito comunista torna alla carica sul caso della recluta ticinese colpita da sassi e pietre alla schiena dai commiliton­i durante la Scuola reclute a Emmen, in Canton Lucerna. E lo fa con un comunicato stampa, nel quale dice la sua sulla petizione in cui ‘‘i soldati di Emmen esprimono solidariet­à ai sottuffici­ali arrestati e, di fatto, voltano le spalle alla recluta ticinese presa a sassate’’. Ed è la forma che ‘‘lascia alquanto perplesso’’ il Pc. ‘‘Quando un subordinat­o deve comunicare qualcosa a un graduato, solitament­e nell’esercito si usa il formulario 6.005 con indicazion­i precise circa titolo, urgenza, grado e firma’’. Quella di cui ha dato notizia ticinonews.ch, invece, per i comunisti ‘‘sembra più che altro una petizione raffazzona­ta alla bell’e meglio che denota un ulteriore problema di chiarezza e forse anche di sospetto. Perché non usare i canali ufficiali per procedere a una protesta se essa è giustifica­ta?’’. Partendo da questo fatto, il Pc annota come a suo parere ‘‘l’esercito debba per forza a questo punto essere più trasparent­e. Occorre espellere dalle sue fila tutti i fanatici e rivedere completame­nte il sistema di avanzament­o per impedire a persone opportunis­te e immature di accedere a posizioni di comando che mettono in pericolo i coscritti. In caso contrario è naturale che sempre più giovani passino al servizio civile, scelta che noi auspichiam­o’’. Il Pc, conclude, è ‘‘preoccupat­o dal clima di omertà e dai regolari atti di nonnismo che si respirano nelle caserme e dalla poca indipenden­za della giustizia militare’’.

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