La Cdu crolla anche in Assia
Dopo la Baviera, altra batosta per il partito di Angela Merkel. Piange la Spd, esultano i Verdi.
Berlino – Le urne dell’Assia consegnano l’ennesimo schiaffo ad Angela Merkel, come ampiamente previsto dai sondaggi: la Cdu perde oltre dieci punti, tocca il risultato peggiore dal 1966 e vede trionfare gli alleati Verdi. Eppure i primi dati non configurano un terremoto politico e i cristiano-democratici si sforzano subito di contenere i temuti contraccolpi sul governo a Berlino. Che si misureranno comunque a partire da oggi. L’uscente Volker Bouffier, fedelissimo della cancelliera, continuerà a governare la regione di Francoforte e nel suo bilancio chiarisce subito che nessuna coalizione potrà essere fatta contro la Cdu. Proprio come in Baviera, potrebbe anche non servirgli un terzo alleato, nonostante le avances dei liberali. Veri sconfitti della serata sono i socialdemocratici, che però sono cauti. Chiedono che l’Unione smetta di litigare e annunciano verifiche sulla possibilità di continuare a lavorare insieme. Ma non è una vera messa in discussione della Grosse Koalition. Anche perché, se l’alleanza saltasse davvero, lo scenario più plausibile sarebbe il voto, che in questa fase potrebbe rivelarsi fatale per la Spd di Andrea Nahles e Olaf Scholz. Di fronte a una caduta di quasi 11 punti – stando alle prime proiezioni, la Cdu avrebbe il 27,2% (nel 2013 presero il 38,3) – Bouffier ha saputo subito guardare il bicchiere mezzo pieno: «È una serata dai sentimenti contrastanti. È doloroso pensare ai voti perduti, ma abbiamo anche visto che lottare vale la pena. Avevamo due obiettivi: restare la prima forza politica del Land e ottenere che nessuna coalizione fosse possibile contro di noi. Li abbiamo raggiunti entrambi». Esultano gli ecologisti, dati al 19,6% (11,1%): «L’Assia non è mai stata così verde prima d’ora», ha affermato Annalena Baerbock, che condivide la presidenza con Robert Habeck. Di «sconfitta amara» ha parlato invece il candidato di punta della Spd, Thorsten Schaefer-Gumbel, che ha visto il partito scivolare al 19,6% (dal 30,7 del 2013). Fra i vincitori indiscussi c’è poi l’ultradestra di Afd, che entra nel parlamentino del Land (ed è presente così in tutti e 16) col 12,8%. Festeggiano anche i liberali che con il 7,8% (avevano il 5) potrebbero esser decisivi, e si mettono a disposizione per la coalizione Giamaika.