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Quattro minuti da incubo

In vantaggio 2-1 fino al 60’, il Chiasso si fa infilare a tre riprese dal Vaduz. Ora la Coppa, poi l’Aarau fanalino di coda.

- Di Emiliano Rossi

Quattro minuti da incubo, per cambiare una partita e trasformar­e quello che poteva essere un successo d’oro in una sconfitta che pesa come piombo. Il Chiasso getta un’altra occasione, incassando reti su azioni che, come conferma il tecnico Mangiarrat­ti, «non dico che sono identiche ma comunque sulla falsa riga di quelle verificate­si a Wil. Situazioni abbastanza semplici che abbiamo sbagliato a leggere: sono state incursioni partite dal lato sinistro, al limite dell’area bisogna essere più cattivi e risoluti». E così arriva una battuta d’arresto che pesa, anche perché la classifica si accorcia, per effetto della vittoria dell’Aarau. Fa paura? «Sì e no», riconosce l’allenatore rossoblù, che ora dovrà dedicarsi al Lucerna in Coppa, forse una salutare occasione per i suoi ragazzi di staccare la testa dal campionato. Benché solo tre giorni dopo incomba la partita con l’Aarau. «Certo, farò un pensierino anche a quella sfida…». Dopo 18’, Alessandri­ni ha trovato la sua prima rete in Challenge League (la seconda, dice lui, ma una era nella porta sbagliata…) con una semirovesc­iata su un corner. «Non mi ero nemmeno reso conto che la palla fosse entrata, poi è stato indimentic­abile”, racconta. Ma aggiunge: «Quello che conta di più è il risultato, e così non riesco a gioire per la rete».

Dossou decisivo

Tempo una decina di minuti, e su un altro calcio d’angolo Muntwiler, solo in area, ha pareggiato. Ma i rossoblù non si sono abbattuti e prima della pausa sono ripassati avanti: cross di Monighetti, Josipovic ha messo in mezzo, la goffa e corta respinta di Hirzel è stato l’invito al più facile dei tap-in per Facundo Batista. «Sono contento per lui, si è sbloccato, anche se il club e il sottoscrit­to credono che lui possa dare ancora molto di più. È un classe ’99, non ha l’esperienza dalla sua», analizza Mangiarrat­ti, che in lui ha sempre creduto. Poi, dopo un avvio di secondo tempo comunque equilibrat­o (Belometti ha colpito una traversa, dopo un bel servizio di Josipovic), ecco i minuti maledetti. L’ingresso di Dossou è stato sen-

za dubbio decisivo, con un assist e due gol. Prima, un “uno-due” con Muntwiler ha permesso a quest’ultimo, non marcato in area, di trovare il 2-2. Neppure il tempo di rimettere la palla a metà campo che lo stesso Doussou, contrastat­o in modo troppo

“gentile”, ha battuto ancora Mossi. Un colpo micidiale, senza contare poi la quarta rete, firmata ancora Dossou con un’azione insistita in area (il numero 10 si è fatto trovare ancora pronto per ricevere l’assist di Coulibaly). «La partita è finita lì, anche se

abbiamo avuto ancora qualche occasione. Peccato, perché quando avevamo palla noi, la facevamo girare con intelligen­za mettendoli in difficoltà», si rammarica, ancora, Mangiarrat­ti. Rimane l’arrabbiatu­ra. La classifica, ora, è corta.

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TI-PRESS/F. AGOSTA Un blackout a cavallo della mezz’ora è costato caro a Malinowski e compagni

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