Quattro minuti da incubo
In vantaggio 2-1 fino al 60’, il Chiasso si fa infilare a tre riprese dal Vaduz. Ora la Coppa, poi l’Aarau fanalino di coda.
Quattro minuti da incubo, per cambiare una partita e trasformare quello che poteva essere un successo d’oro in una sconfitta che pesa come piombo. Il Chiasso getta un’altra occasione, incassando reti su azioni che, come conferma il tecnico Mangiarratti, «non dico che sono identiche ma comunque sulla falsa riga di quelle verificatesi a Wil. Situazioni abbastanza semplici che abbiamo sbagliato a leggere: sono state incursioni partite dal lato sinistro, al limite dell’area bisogna essere più cattivi e risoluti». E così arriva una battuta d’arresto che pesa, anche perché la classifica si accorcia, per effetto della vittoria dell’Aarau. Fa paura? «Sì e no», riconosce l’allenatore rossoblù, che ora dovrà dedicarsi al Lucerna in Coppa, forse una salutare occasione per i suoi ragazzi di staccare la testa dal campionato. Benché solo tre giorni dopo incomba la partita con l’Aarau. «Certo, farò un pensierino anche a quella sfida…». Dopo 18’, Alessandrini ha trovato la sua prima rete in Challenge League (la seconda, dice lui, ma una era nella porta sbagliata…) con una semirovesciata su un corner. «Non mi ero nemmeno reso conto che la palla fosse entrata, poi è stato indimenticabile”, racconta. Ma aggiunge: «Quello che conta di più è il risultato, e così non riesco a gioire per la rete».
Dossou decisivo
Tempo una decina di minuti, e su un altro calcio d’angolo Muntwiler, solo in area, ha pareggiato. Ma i rossoblù non si sono abbattuti e prima della pausa sono ripassati avanti: cross di Monighetti, Josipovic ha messo in mezzo, la goffa e corta respinta di Hirzel è stato l’invito al più facile dei tap-in per Facundo Batista. «Sono contento per lui, si è sbloccato, anche se il club e il sottoscritto credono che lui possa dare ancora molto di più. È un classe ’99, non ha l’esperienza dalla sua», analizza Mangiarratti, che in lui ha sempre creduto. Poi, dopo un avvio di secondo tempo comunque equilibrato (Belometti ha colpito una traversa, dopo un bel servizio di Josipovic), ecco i minuti maledetti. L’ingresso di Dossou è stato sen-
za dubbio decisivo, con un assist e due gol. Prima, un “uno-due” con Muntwiler ha permesso a quest’ultimo, non marcato in area, di trovare il 2-2. Neppure il tempo di rimettere la palla a metà campo che lo stesso Doussou, contrastato in modo troppo
“gentile”, ha battuto ancora Mossi. Un colpo micidiale, senza contare poi la quarta rete, firmata ancora Dossou con un’azione insistita in area (il numero 10 si è fatto trovare ancora pronto per ricevere l’assist di Coulibaly). «La partita è finita lì, anche se
abbiamo avuto ancora qualche occasione. Peccato, perché quando avevamo palla noi, la facevamo girare con intelligenza mettendoli in difficoltà», si rammarica, ancora, Mangiarratti. Rimane l’arrabbiatura. La classifica, ora, è corta.